Sequestrati beni per oltre 300mila euro al pastore che terrorizzava la Bassa

SUZZARA – Terreni agricoli, abitazioni e auto di lusso per un valore complessivo di oltre 300mila euro sono stati sequestrati questa mattina dai Carabinieri in tre province italiane – Palermo, Reggio Emilia e Mantova – nell’ambito dell’inchiesta che ha portato, lo scorso febbraio, all’arresto di un pastore siciliano residente a Brescello. Il sequestro patrimoniale, disposto dal Gip del Tribunale di Mantova su richiesta della Procura, è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Mantova in collaborazione con i militari delle Compagnie di Gonzaga, Guastalla e Partinico. Il provvedimento rientra nella cosiddetta “confisca allargata”, prevista dall’art. 240-bis del Codice Penale, e nasce da una dettagliata indagine patrimoniale che ha messo in luce una sproporzione evidente tra i redditi dichiarati dal soggetto – appena 1.846 euro nel 2022 – e i beni nella sua disponibilità. Tra i beni colpiti dal sequestro figurano anche due autovetture di lusso. Gli immobili e i mezzi sono stati affidati a un amministratore giudiziario nominato dall’autorità competente.

L’ARRESTO A FEBBRAIO: ESTORSIONE, SFRUTTAMENTO E GREGGI ABUSIVI

Il pastore, 49 anni, originario di Camporeale (Palermo), era stato arrestato il 4 febbraio scorso con l’accusa di estorsione aggravata in concorso e sfruttamento di manodopera, al termine di un’operazione coordinata dalla Procura di Mantova. Con la complicità di un collaboratore di origine romena, l’uomo si era reso protagonista di una lunga serie di soprusi nei confronti di diversi imprenditori agricoli della Bassa Mantovana (tra San Benedetto Po, Suzzara e Motteggiana). Presentandosi con la frase “Sono di Camporeale, vicino Corleone”, insinuava un riferimento mafioso capace di generare timore, per poi invadere i terreni altrui con migliaia di pecore, distruggendo raccolti e utilizzando i campi come pascolo gratuito. L’uomo, con l’ausilio di un fidato collaboratore di origine romena, distruggeva con tali incursioni i raccolti, nutriva i propri ovini e traeva indisturbato profitto, facendo pascolare i capi di bestiame per più giornate a fronte di nessun costo, provocando peraltro la diffusione di cariche parassitarie e batteriche sui terreni “con conseguente rischio di infezioni telluriche e di endoparassitosi”, come certificato dall’Ats di Mantova. Le estorsioni aggravate dall’uso di violenze e minacce contro diversi agricoltori locali sono restate impunite per diversi anni, per il clima di timore e di assoggettamento cui gli stessi erano sottoposti, obbligati com’erano a subire e a non denunciare angherie e sopraffazioni. Fino a quando, dal febbraio 2023 a oggi, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Mantova non hanno perforato la bolla di silenzio iniziando una scrupolosa indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Mantova, ricevendo le testimonianze delle vittime che si sono sentite protette dai militari dell’Arma che, a fatica, hanno quindi iniziato a far luce sulla insopportabile situazione.
Oltre al danno economico, le autorità sanitarie hanno accertato seri rischi biologici connessi alla diffusione di parassiti e batteri nei campi invasi, segnalando possibili infezioni telluriche ed endoparassitosi.

LAVORATORI SFRUTTATI, CIBO RAZIONATO E ROULOTTE FATISCENTI

Le intercettazioni hanno inoltre rivelato un contesto di sfruttamento lavorativo gravissimo. Tre dipendenti, formalmente assunti, venivano costretti a vivere in condizioni degradanti. In tale quadro, il pastore siciliano razionava anche le forniture di cibo quotidiano ai tre dipendenti, scegliendone qualità e quantità senza possibilità di appello, con un budget giornaliero che lui stesso calcolava tassativamente inferiore ai 2 euro per ciascun lavoratore (lasciando taluno di essi infatti anche senza pasti per più giornate intere), obbligandoli a vivere in una roulotte priva delle più basilari condizioni di igiene e sicurezza, priva di riscaldamento e di acqua corrente, in uno stato che il Gip del Tribunale di Mantova non ha tardato a definire “agghiacciante”, nell’ordinanza di custodia cautelare che ha spiccato a conclusione dell’indagine. Uno dei lavoratori era anche in condizione di irregolarità sul territorio nazionale, e per questo ancor più ricattabile.

IL TRAFFICO D’ARMI E LE PERQUISIZIONI

Durante le indagini i Carabinieri hanno anche intercettato conversazioni che facevano riferimento a un traffico illecito di armi, in particolare pistole Beretta di provenienza furtiva. Le abitazioni di quattro soggetti collegati al pastore sono state perquisite tra le province di Mantova, Reggio Emilia e Vercelli. L’intero procedimento continua sotto la direzione della Procura di Mantova, con il pastore attualmente sottoposto agli arresti domiciliari nel Comune di Camporeale, in Sicilia.

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