Solidarietà a Palestina e Libano e stop alla guerra: in città sfila il corteo

MANTOVA – Sono stati 250/300 circa coloro che oggi pomeriggio si sono uniti al corteo con cui varie organizzazioni mantovane hanno espresso solidarietà con i popoli di Palestina e Libano. Intorno alle 16.30 il folto gruppo composto da membri di associazione eQual, Spazio Sociale La Boje, Potere al Popolo, Arcigay e molte altre sigle, oltre a comuni cittadini, si è mosso da piazzale Gramsci e, dopo aver percorso via Chiassi, ha raggiunto piazza Martiri della Libertà, tappa finale della manifestazione.

“Oggi siamo in piazza con tantissime realtà – ha affermato Marco Rossi di Potere al Popolo – per dire forte e chiaro stop al massacro a Gaza e in tutta la Palestina. Siamo qui per portare la voce dei tantissimi cittadini, persone e realtà che si schierano dalla parte del diritto internazionale, contro il massacro che Israele porta avanti impunito da oltre un anno. Non ci si può girare dall’altra parte, il nostro Paese è complice nell’inviare armi e vogliamo che tutta la comunità internazionale e a tutti i livelli si prenda posizione per dire stop al massacro, stop alla pulizia etnica, stop al genocidio”.

“Come abbiamo visto anche stanotte – ha proseguito Enrico Lancerotto di La Boje – coi bombardamenti israeliani sull’Iran non possiamo voltarci dall’altra parte. Viviamo nello stesso mondo e pensiamo che le popolazioni siano per la pace e contro il sopruso che viene perpetrato da un anno dall’esercito israeliano. Non è una questione che riguarda solo Israele e Palestina, ma è una questione che riguarda la pace e il diritto umanitario internazionale”.

“Siamo qui oggi per manifestare la nostra solidarietà ai popoli palestinese e libanese – ha commentato Christian Porretta di eQual – che da un anno subiscono crimini di guerra da parte del governo israeliano. Non tolleriamo più questa situazione e siamo qui per lanciare un messaggio all’Europa affinché intervenga in maniera unanime e seria, stabilendo un embargo sulla vendita delle armi a Israele, possibilmente rivedendo o stracciando l’accordo euro-mediterraneo di collaborazione tra l’Europa e Israele”.