Statua mutilata, subito la messa in sicurezza: “restauro e inaugurazione in un mese”

MONZAMBANO – Tutto in un mese, o poco più: prima la scelta della protezione con cui proteggere la statua menomata dell’artista Giannino Massarotto nella piazzetta Arti e Mestieri, poi il restauro che lascerà tracce dei vandalismi che l’opera ha subito in questi mesi, infine la tanto agognata inaugurazione, sempre rimandata proprio a causa dei danneggiamenti.

La storia, tutt’altro che annosa, è ciononostante tristemente nota. A inizio giugno l’Amministrazione comunale di Monzambano aveva posato “L’Uomo antropocentrico” dell’artista cerlonghese Giannino Massarotto, realizzata negli anni Ottanta scolpendo il marmo di Carrara, su un lato della piazzetta delle Arti di Monzambano. L’intento era quello di esaltare lo spazio pubblico appena riqualificato, molto frequentato dalla cittadinanza, con un capolavoro realizzato da un maestro mantovano. Neanche il tempo di posarla e la statua era già stata menomata di un avambraccio, nello sconcerto degli amministratori locali e dell’architetto Giovanni Zandonella, che dell’iniziativa era stato promotore e mediatore con lo stesso Massarotto.

Da allora a oggi l’opera d’arte è stata menomata altre due volte, rendendo se possibile ancora più stringente la necessità di intervenire. Cosa che il Comune si accinge a fare: “per prima cosa metteremo una protezione alla statua, in modo che i restauratori possano intervenre – spiega il Sindaco Giorgio Cappa – poi speriamo di riuscire a compiere il restauro entro la fine di settembre, massimo metà ottobre. Al termine, procederemo finalmente con l’inaugurazione”.

L’Amministrazione comunale ha deciso di affidare l’intervento di restauro al Map, il Movimento Arte Pensiero da poco costituito – e di cui il Comune di Monzambano è socio – che segue i dettami del professor Alessandro Dal Prato, cui è intitolato anche il Liceo Artistico di Guidizzolo, il suo paese. L’idea è quella di intervenire con “un restauro particolare”, come lo definisce Cappa, realizzato con la tecnica giapponese del kintsugi che prevede che l’apposizione dei pezzi della statua rotti vengano non solo riuniti, ma anche esaltati tramite l’utilizzo del colore oro sulle “fratture” causate dai vandali. Una tecnica che permetterà non solo di ammirare l’opera, ma anche di riflettere sulla sua storia e sugli interventi che l’hanno interessata. Il tutto con la partecipazione attiva di Massarotto, che ha sofferto nell’apprendere dei danneggiamenti perpetrati alla sua creazione.

I tempi sono strettissimi e rendono l’idea dell’ambizione del Comune nel sistemare una vicenda che, sebbene creatasi nell’arco di pochi mesi, ha ferito la comunità. La sfida, una volta terminato il restauro, sarà sempre la stessa: preservare l’opera. “Stiamo valutando di proteggerla un minimo, non in modo invasivo, ma per fornirle una recinzione che possa preservarla e fare in modo che non sia più possibile avvicinarsi troppo. Per il resto, ci affidiamo alle telecamere” conclude Cappa.