Suzzara accende le candele per la pace: in 500 alla fiaccolata “Noi siamo Gaza”

SUZZARA – Circa 500 persone hanno partecipato alla fiaccolata “Noi siamo Gaza”, organizzata dal Comune di Suzzara, dall’Associazione San Lorenzo Onlus e dall’Unità Pastorale dello Zara, per ricordare le vittime dei conflitti globali e richiamare l’attenzione sulla drammatica situazione nella Striscia di Gaza.

Candele accese, bandiere della pace e della Palestina, la chiesa dell’Immacolata aperta: la città ha risposto con partecipazione e commozione.

Tra interventi e riflessioni, si sono alternati: il sindaco Alessandro Guastalli; la vicesindaca Patrizia Mantovani; Monsignor Paolo Gibelli e don Giovanni Parise, parroci dell’Immacolata; l’attore Alessio Caramaschi (Temenos Teatro); Arianna Ansaloni (Centro Piazzalunga): Manuela Daolio (Centro Caritas)

Le atmosfere sono state accompagnate dalle note del maestro Gianluca Benatti, che ha eseguito al pianoforte alcuni celebri brani come: Imagine – John Lennon; The Sound of Silence – Simon & Garfunkel; Blowin’ in the Wind – Bob Dylan

Tra le voci più forti, quella di un giovane marocchino, che ha recitato in lingua una preghiera di pace e il messaggio del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme. Alcuni partecipanti hanno mostrato cartelli con slogan potenti come “Mai più la guerra”, “Nel buio scegliamo di essere luce” e “Nel buoio scegliamo di essere luce”. Un gruppo di giovani ha composto la scritta: “Una luce per Gaza”.Messaggi forti anche tra il pubblico: una coppia di origine straniera ha esposto i cartelli: “Killed my children” e “Free Palestine”.

Una donna ha sfilato “vestita” con due cartelli, uno, sul petto, recitava: “Fare morire di fame e di sete migliaia di bimbi e persone è disumano e inacettabile”, e l’altro, sulla schiena la scritta: “Siamo ancora umani? Allora dobbiamo agire per fermare questo ignobile massacro! Il silenzio delle coscienze genera mostri!”.

L’appello lanciato è stato chiaro: stop alla violenza, ovunque essa colpisca – da Gaza, Sahel, Myanmar all’Ucraina e Sudan.