Suzzara guarda al Crocifisso per non dimenticare le sofferenze del mondo

SUZZARA In occasione della Sagra del Crocifisso la parrocchia Immacolata Concezione organizza  due eventi: Venerdi 19, alle 18.30 in chiesa fratel Moreno Pollon – piccolo eremo – monaco proporrà una meditazione guidata “Crocè e/è vita”.

Sabato 20, alle 18, sotto il titolo di “La Gloria della Croce” in chiesa, si potrà assistere all’esecuzione della“Missa Brevis” di Jacob De Haan con l’esibizione di quattro cori: la Corale Polifonica “Humana Vox” di Borgocarbonara, diretta dal maestro Simone Morandi; il Coro Palestrina di Suzzara, diretto dal maestro Pieralessio Caroli; il Coro “Amici in-canto” di San Biagio, diretto dal maestro Francesca Tassini; e il Coro Femminile da Camera “Francis Poulenc” di Pegognaga, diretto dal maestro Roberto Braglia Orlandini. L’Associazione Musicale Banda di Gonzaga, sotto la direzione del maestro concertatore Massimiliano Brutti, eseguirà le musiche. Ogni corale, dopo la “Missa Brevis” proporrà alcuni brani dei rispettivi repertori.

Si tratta di due momenti religiosi improntati sul mistero della Croce che non sempre rappresenta dolore e sofferenza ma anche e soprattutto l’amore di Dio per l’uomo donato fino al sacrificio del proprio figlio Gesù.

Questo il messaggio di monsignor Paolo Gibelli parroco dell’Immacolata: “Per la Sagra del Crocifisso del 2025, mi è tornata alla mente una celebre frase di Blaise Pascal: “Cristo sarà in agonia fino alla fine del mondo. Non possiamo dormire tutto questo tempo”.

La frase prende spunto dall’esperienza del Getzemani, l’orto degli ulivi nel quale Gesù si ritirò a pregare, portando con sé Pietro Giacomo e Giovanni, la sera prima della sua morte sulla croce. Mentre Gesù, gettatosi a terra pregava nell’angoscia:” Abbà, Padre, tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Tuttavia, si compia non la mia, ma la tua volontà”, i tre discepoli dormivano, vinti dal sonno.

Rischiamo anche noi di fare come i tre apostoli nel Getzemani, se celebriamo la Sagra senza tener conto di quanto sta accadendo in Ucraina, nella striscia di Gaza e in tanti altri luoghi del mondo (Siria, Yemen, Etiopia, Somalia, Sudan, Myanmar, Afghanistan, Haiti, Repubblica democratica del Congo, Burkina Faso, Mali, Niger, Sud Sudan). In questi ed in altri paesi continuano a morire, a causa dei combattimenti e dei bombardamenti, migliaia di persone, tra cui molti civili e molti bambini innocenti, molti altri sono ridotti alla fame e costretti a vivere come sfollati in condizioni disumane.

In che modo lo sguardo al Crocifisso ci può svegliare dal torpore e dall’indifferenza di cui siamo preda? Nel 1972 venne pubblicato un libro di un teologo riformato, Jurgen Moltmannn, dal titolo “Il Dio crocifisso”: un testo molto importante, perché ci aiutò a ridimensionare una certa immagine di Dio, quella di un Dio immutabile ed impassibile e a far nostra un’immagine più vera ed evangelica di Dio, quella appunto rivelata nell’evento della morte di croce e della risurrezione di Gesù. Dio Padre accetta di donare il suo Figlio unigenito, di consegnarlo alla morte infamante della croce, per donare a tutti il suo perdono e la sua misericordia.

Gesù, il Figlio Giusto e Innocente accetta la morte infamante del maledetto, appeso al legno della croce, in rappresentanza, in sostituzione vicaria di tutti noi peccatori, uomini e donne perduti, schiacciati dal peso del male.

La teologia della Croce sfocia nella “teologia della Speranza”, perché il terzo giorno dopo la morte di Croce, Dio ha risuscitato il suo Figlio, lo ha innalzato nella gloria della sua pienezza di vita. Ecco allora che contemplando il Crocifisso/Risorto possiamo rigenerare in noi e attorno a noi la speranza che lottare ed impegnarci per la giustizia, per la dignità di ogni persona, per una pace disarmata e disarmante, non è cosa vana e perdente, ma è l’unica via per il presente ed il futuro del nostro mondo”.