SUZZARA – La fabbrica, il lavoro, la vita in solitudine. Un velo di tristezza avvolge l’Iveco di Suzzara, dove la notizia della scomparsa di F.C., un operaio di 59 anni originario di Potenza, ha lasciato un vuoto incolmabile. A dare l’allarme è stato un collega, quel compagno di squadra che ogni mattina lo accompagnava al lavoro. Un rituale spezzato, un presagio, che si è fatto realtà.
Venerdì mattina, l’attesa vana, le chiamate nel silenzio di una casa che non risponde. Il cuore in gola, il presentimento che qualcosa non va. Poi, la corsa, l’allarme al 118, e la tragica scoperta. I vigili del fuoco, l’irruzione dal balcone, i sanitari impotenti di fronte all’ineluttabile: F.C. se n’era andato, nel sonno, stroncato da un arresto cardiocircolatorio.
Abitava da solo l’operaio, in quella casa che lo accoglieva da poco più di dieci anni, da quando il destino lo aveva trasferito da Brescia, all’Iveco di Suzzara nel reparto “Collaudo e Finizione”. Un uomo del Sud, trapiantato in Pianura Padana, un lavoratore, un collega.
E sono proprio i compagni di lavoro, accorsi con il cuore infranto, a tratteggiarne il ricordo: “Gentile, rispettoso, educato. Un grande lavoratore, sempre disponibile”. Parole semplici, che raccontano di un uomo buono, di un’esistenza dedicata al lavoro, di un addio prematuro che lascia un’eco di dolore e di tristezza soprattutto alla vigilia delle festività pasquali.