ROMA – “Affascinati e meravigliati da una Chiesa giovane, fatta di volti, di lingue differenti, di tantissimi colori, di canti e balli”. L’esperienza vissuta dai quasi trecento mantovani presenti al Giubileo dei Giovani di Roma si può riassumere così, per quanto sia impossibile riassumere a parole un’esperienza che ogni partecipante porterà con sé per tutta la vita. A Roma da alcuni giorni, i mantovani ieri sono partiti a piedi in direzione di Tor Vergata per raggiungere la grande spianata dove durante la notte si sono accampati in mezzo a un milione di ragazzi
“Dormire? Qualcuno c’è riuscito… per un paio d’ore”, afferma sorridendo don Francesco Freddi, Coordinatore dell’area evolutiva della Diocesi di Mantova, che nei giorni scorsi aveva accompagnato un gruppo di trenta giovani mantovani che hanno deciso di raggiungere la Capitale partendo a piedi da Assisi, in pellegrinaggio. “Forse il momento più toccante è stato quello di ieri sera per l’adorazione, vedere più di un milione di ragazzi in silenzio è qualcosa di impressionante. Papa Leone XIV ci ha salutato, dandoci appuntamento per questa mattina. E infatti – prosegue don Francesco Freddi – oggi alle 8 ha fatto giro del campo e l’abbiamo visto da vicino. Alle 9 è iniziata la Santa Messa, finita la quale abbiamo cominciato a preparare le nostre cose e uscire dall’area dell’evento”.
Ad accompagnare i ragazzi mantovani in questi giorni a Roma c’era anche il Vescovo Marco Busca: “ieri è venuto a salutarci e incoraggiarci prima dell’inizio della veglia. Non è da tutti e ci ha fatto molto piacere. Ci siamo sentiti come una famiglia in cui il padre veniva a trovarci. Molti dei ragazzi presenti qui sono educatori e animatori che porteranno la carica immagazzinata in questi giorni nelle oro attività con i bambini e gli adolescenti”.
PAPA LEONE XIV: “UN MONDO DI AMICIZIA E PACE E’ POSSIBILE”
“Siete il segno che un mondo differente è possibile, un mondo di fraternità e amicizia è possibile, dove i conflitti non sono risolti con le armi ma con il dialogo. Con Cristo è possibile, con la forza del suo spirito”. Lo ha detto Papa Leone XIV al termine della messa a Tor Vergata, all’Angelus anticipato, in occasione del Giubileo dei Giovani. “La fragilità di cui ci parlano è parte della meraviglia che siamo” non “un tabù da evitare”, ha detto il Pontefice nell’omelia della messa. Il Pontefice ha citato un discorso del suo predecessore Francesco. “Ciascuno di noi – afferma – è chiamato a confrontarsi con grandi interrogativi che non hanno una risposta semplicistica o immediata, ma ci invitano a metterci in cammino, a superare noi stessi, ad andare oltre, a un decollo senza il quale non c’è volo. Non allarmiamoci, allora, se ci scopriamo interiormente assetati, inquieti, incompleti, desiderosi di senso e di futuro. Non siamo malati, siamo vivi!”. Papa Leone ha sottolineato che “la pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo né, come abbiamo sentito nel Vangelo, da ciò che possediamo. E’ legata piuttosto a ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere. Comprare, ammassare, consumare, non basta”. Sull’esempio anche dei santi, come i giovani Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis. Al termine della messa il Papa ha voluto ringraziare e citare i giovani provenienti dalle zone di guerra, “da Gaza e dall’Ucraina”, e da ogni parte del mondo colpita dalle guerre.
AL GIUBILEO DEI GIOVANI ANCHE I GIOVANI DELL’OGLIO PO
Oltre ai quasi trecento mantovani, a Tor Vergata erano presenti anche diversi giovani dell’Oglio Po che, a livello di Diocesi, ricade sotto Cremona. Anche in questo caso a guidare la delegazione è stato il Vescovo Antonio Napolioni. Nel giardino della parrocchia romana di S. Maria della Fiducia, dove i ragazzi cremonesi arrivati nella capitale sono stati ospitati nei giorni scorsi, ieri mattina si è svolto l’ultimo incontro del gruppo prima di caricarsi zaini e sacchi a pelo sulle spalle e partire a piedi verso Tor Vergata.
“Come Giovanni Battista – ha invitato a riflettere mons. Napolioni nella sua omelia – siamo chiamati a dare testimonianza fino al sangue con coraggio senza compromessi, anche in circostanze banali”. Anche se siamo piccoli, come dice Gesù nel Vangelo di Matteo: “Giovanni Battista è il più grande di tutti i profeti eppure il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”.