CERESE (BORGO VIRGILIO) Una borsa di studio intitolata a Sergio Ramelli, per fare della memoria un’occasione di crescita e di riflessione per le nuove generazioni. È la proposta lanciata dall’assessore regionale alla Sicurezza e Protezione civile Romano La Russa nel corso dell’incontro dedicato ieri sera, a Cerese di Borgo Virgilio, al giovane militante del Fronte della Gioventù ucciso cinquant’anni fa da esponenti di Avanguardia Operaia. “Sergio deve essere l’emblema di tutti i giovani, di destra e di sinistra, che in quegli anni persero la vita credendo in un’idea e nei principi che ne derivano – ha dichiarato La Russa –.Il mio progetto è di istituire una borsa di studio alla sua memoria, affinché Sergio, vittima innocente, sia da monito per le generazioni future e perché il clima di quegli anni non torni mai più. Possa il 29 aprile rappresentare un momento di raccoglimento e di pacificazione per tutti.”
Memoria e confronto contro ogni forma di odio
L’incontro, promosso dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paola Bulbarelli, si è inserito nelle celebrazioni per il 50° anniversario della scomparsa di Ramelli e ha voluto offrire “un momento di riflessione su memoria, coesione sociale e valori democratici”. “Ricordare Sergio Ramelli – ha spiegato Bulbarelli, che ha moderato la serata – significa confrontarsi con la responsabilità che abbiamo nei confronti delle nuove generazioni: serve una cultura della memoria viva e partecipata, che sappia mettere in guardia dalle ripetizioni della violenza. Questa serata è un modo per rinnovare quell’impegno”. Durante l’incontro sono stati presentati due volumi simbolo dedicati a Ramelli: “Sergio Ramelli. Una storia che fa ancora paura” di Guido Giraudo e Andrea Arbizzoni, e “Uccidere un fascista. Sergio Ramelli. Una vita spezzata dall’odio” di Giuseppe Culicchia, con la presenza degli autori.
Il coraggio di un ragazzo e l’eredità di una generazione
Tra gli interventi più intensi, quello della sottosegretaria all’Istruzione e al Merito Paola Frassinetti, che ha ricordato il clima di tensione vissuto nelle scuole milanesi negli anni Settanta e il suo rapporto diretto con il coetaneo Ramelli. “Ho vissuto in prima persona gli anni di piombo, in una scuola pubblica di Milano segnata dalla paura e dalla violenza. Nella mia esperienza da militante del Fronte della Gioventù di Milano ho conosciuto Sergio Ramelli, che incontravo sempre alle riunioni dei responsabili di istituto: lo ricordo come un ragazzo allegro e generoso.
A Sergio hanno appeso il tema in bacheca, a me il diario. Ricordarlo significa riaffermare il valore del confronto civile contro ogni forma di odio politico. La libertà di pensiero va sempre tutelata, anche quando le idee sono diverse dalle nostre. La scuola deve essere un luogo dove educare al rispetto reciproco e al dialogo”, ha affermato Frassinetti, ricordando anche la nuova targa apposta nella scuola frequentata da Ramelli con la scritta “Morto per le sue idee”.
Nel corso della serata, La Russa ha inoltre sottolineato come “in quella generazione di ragazzi, per la quale la discussione politica era la normalità al contrario di oggi. C’erano molto coraggio e anche una dose di incoscienza. Coraggio che derivava dalla convinzione di essere dalla parte del giusto, con una battaglia che serviva a difendere la nostra Nazione”.
Frassinetti ha poi riassunto l’eredità morale di Ramelli in tre valori fondamentali: “È stato un esempio di coraggio, essendo stato lasciato solo in una scuola; un esempio di coerenza; e un esempio di libertà.”La serata, introdotta dai saluti istituzionali della senatrice Paola Mancini, del deputato Carlo Maccari e del sindaco di Borgo Virgilio Francesco Aporti, ha visto una numerosa platea con tanti esponenti e amministratori locali di Fdi ma anche numerosi cittadini, tra cui diversi giovani. In chiusura, Bulbarelli ha voluto ringraziare Gioventù Nazionale per la collaborazione e, in particolare, Leonardo Minelli, Giulia Negrini e Marzia Colnaghi, per l’impegno nell’organizzazione dell’iniziativa.













