(Adnkronos) –
“La conferma per il decimo anno consecutivo di questo riconoscimento dà orgoglio visto che significa essere riusciti a stare al passo perchè naturalmente questi due istituti, sia Ethisphere che rilascia il ‘World’s most ethical companies’ sia B-Corp, ogni anno fanno una valutazione dell’azienda secondo requisiti che sono sempre più stringenti. Quindi usando una metafora è come laurearsi ogni anno. E’ un grande complimento quindi ai nostri collaboratori che sono riusciti fino ad oggi, per 10 anni consecutivi, a ottenere questo miglioramento prima ancora che il riconoscimento. Il decimo anniversario è anche da festeggiare quindi dovremo fare un po’ di bisboccia per celebrarlo”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Andrea Illy, presidente di illycaffè, commenta l’inserimento per il decimo anno consecutivo dell’azienda, unica italiana, nell’elenco del ‘World’s Most Ethical Companies’ che certifica le aziende più etiche al mondo.
L’elenco è stilato da Ethisphere, leader globale nella definizione e sviluppo di standard etici aziendali. Ed illycaffè è per il decimo anno consecutivo l’unica italiana insieme ad altre 136 società di 22 paesi e 45 settori diversi. Basata sul Quoziente Etico® di proprietà di Ethisphere, il processo di valutazione per ‘The World’s most ethical companies’ include più di 200 domande sulla cultura, le pratiche sociali ed ambientali, le attività di etica e compliance, la governance, l’attenzione alla diversità, le iniziative a supporto di una forte value chain. Il processo rappresenta una struttura operativa che aiuta ad acquisire e codificare le pratiche principali delle aziende nel mondo. L’elenco completo delle 2022 World’s Most Ethical Companies è consultabile su https://worldsmostethicalcompanies.com/honorees.
“Siamo contenti che un riconoscimento esterno ci dia conferma della nostra filosofia di impresa, di cui siamo orgogliosi anche perchè pensiamo che l’impatto sull’ambiente e sulla società sia positivo. E riteniamo che questo sia lo scopo primario dell’impresa”, sottolinea Illy.
Secondo il presidente dell’azienda triestina, “non c’è modo migliore di creare valore per l’impresa e dunque per gli azionisti di quello di dare soddisfazione a tutti i portatori d’interesse, siano essi clienti, collaboratori, fornitori o comunità allargate. Quindi il fatto che ci siano questo genere di conferme non fa altro che elevare il livello di spinta verso un modello d’impresa che un giorno speriamo diventi completamente rigenerativo”, spiega.
Un ‘mondo nuovo’ grazie a un cambiamento che per Illy deve partire dall’impresa. “Noi stiamo adottando ancora oggi -continua- un paradigma economico ‘estrattivo’, che consiste non solo nell’esaurire risorse planetarie ma soprattutto cosa ancora più grave a generare un’infinità di residui che intossicano la biosfera che è quella che ci dà la vita. Pensiamo che questo modello a causa dell’accumulo continuo di questi residui alla fin fine stanno per compromettere, entro la fine di questo secolo, le condizioni della vita sul nostro pianeta. Pertanto la nostra idea è di una transizione verso un modello rigenerativo che consiste nel produrre rigenerando l’ambiente e le persone al contempo”.
“Questo vuol dire avere un impatto ecologico positivo -continua- auspicabilmente con il segno più e non col segno meno, quanto meno con il segno zero, sulle persone affinchè esse stesse cambino i loro comportamenti che sono corrispondenti ancora a dei paradigmi del passato che non sono più sostenibili”.
“Quindi questa è una transizione ecologica che va ben oltre la transizione energetica perchè implica non solo l’economia circolare ma avere anche un impatto positivo sulla biosfera e dimostrare le ricadute sul benessere dei cittadini. Questo è il modello a cui noi tendiamo che implica lavorare sulla nostra filiera dalla pianta fino alla tazzina del caffè tenendo a mente tre macrofattori: la circolarità, la biosfera, e la biodiversità”, continua. “Se tutte le imprese -spiega ancora Illy- all’unisono andassero verso questo modello rigenerativo il mondo cambierebbe molto molto rapidamente. Perchè tutto ciò che ci circonda è fatto da un’impresa e quindi se cambia il mondo dell’impresa cambia il mondo. E’ una sfida planetaria che stiamo iniziando. E per farlo serve conoscenza e mobilitazione delle risorse. Credo che tutto sia iniziato ma ancora con un livello di conoscenza che deve colmarsi”, continua l’imprenditore.
“Se un’impresa come la nostra è impegnata in questo percorso e riesce a dimostrare con la politica dei piccoli passettini che è possibile allora è un grande incoraggiamento per noi per continuare ma anche da esempio per altri che vogliono intraprendere questo paradigma rigenerativo”, rimarca.
E il momento che stiamo vivendo, con il conflitto in Ucraina, potrebbe secondo Illy, influire sul futuro delle nostre economie. “E’ chiaro -sottolinea- che la guerra costituisce un ostacolo alla transizione ecologica dall’altro la favorisce. Si tratta di vedere quanti segni meno e quanti segni più ci sono. Io ho sensazione, essendo anche stato a Bruxelles recentemente ed essendomi confrontato a livello istituzionale di più in questi giorni, che i segni più prevarranno”, continua.
“Il pre requisito è che l’Unione Europea -aggiunge ancora Illy- diventi un’unione di fatto e non solo di forma. Nel senso che i 27 Paesi la finiscano con veti incrociati per motivi di politica interna a tutela di non meglio difendibili sovranismi e si rendano conto che la nostra sopravvivenza in un mondo sempre più complicato in cui stiamo vivendo è legata al fatto che abbiamo bisogno di unire le forze. Ma ciò sta accadendo. In questo momento il livello di convergenza, di unità, in seno ai 27 è più forte che mai”, conclude.