(Adnkronos) – “Il Decreto rappresenta un passo importante verso una politica migratoria più efficace e inclusiva, garantendo alle aziende la possibilità, fino ad oggi negata, di assumere personale specializzato anche se non laureato per far fronte ai propri fabbisogni operativi, associando anche un regime fiscale di grande attrattività per talenti provenienti da tutto il mondo”. Così Andrea Benigni, ceo Eca Italia, spiega, con Adnkronos/Labitalia, gli effetti della circolare del ministero del Lavoro e ministero dell’Interno che definisce le nuove regole di ingresso per lavoratori stranieri extra-Ue qualificati in Italia grazie alla Blue Card.
“A partire dal 17 novembre 2023 anche in Italia -ricordano da Eca Italia, legata al network di Eca International, e che si occupa della mobilità internazionale del lavoro- è in vigore la nuova Blue Card per l’assunzione di lavoratori extracomunitari altamente qualificati, in applicazione della Direttiva Ue del 2021. La norma mira, attraverso l’introduzione di un regime più attrattivo ed efficace a colmare il mismatch professionale riscontrato dalle aziende italiane nel reclutamento di personale tecnico specializzato non laureato nei settori del legno e del mobile, delle costruzioni, delle industrie metallurgiche e dei macchinari. E per la piena attuazione della Blue Card è stata appena pubblicata la circolare del ministero che ne definisce le regole di applicazione”, aggiunge ancora.
Secondo Benigni “con questo nuovo strumento normativo le aziende italiane che spaziano dall’automazione industriale passando per meccatronica, automotive o ingegneria vedono ampliare in forma esponenziale il loro bacino geografico di reclutamento, potendo in tal modo far fronte a quel fenomeno di people scarcity che condiziona a diversi livelli l’operatività dei business”.
Il Decreto quindi estende le opportunità di ingresso per i lavoratori altamente qualificati, favorendo una maggiore mobilità all’interno dell’Unione Europea. Oltre ai titoli di istruzione superiore, il Decreto considera anche esperienze professionali rilevanti come requisito di ingresso. In alternativa ai titoli di istruzione universitaria (laurea almeno triennale), il Decreto riconosce anche le qualifiche professionali superiori post-secondarie con almeno 5 (3 nel settore Ict) anni di esperienza paragonabile ai titoli di livello terziario.
Le nuove regole consentono alle aziende di valutare candidati in base a criteri più ampi, favorendo una selezione mirata e inclusiva. I requisiti di ammissione più flessibili agevolano l’ingresso di talenti altamente qualificati anche se non laureati. L’apertura a esperienze professionali rilevanti stimola la creatività e l’innovazione.
Ma qual’è oggi il fabbisogno nel nostro Paese? Il fabbisogno occupazionale delle professioni tecniche specializzate, nei settori del legno e del mobile, delle costruzioni, delle industrie metallurgiche e dei macchinari è di 4,5 milioni di lavoratori nel quinquennio 2022 – 2026 (Anpal Unioncamere, previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine 2022-2026).