“È sicuramente positiva la decisione del governo di limitare la quarantena per i possessori di super green pass anche se il provvedimento entrerà in vigore non prima del 10 gennaio a vacanze ormai praticamente concluse per gli italiani. Probabilmente, se adottato prima, avrebbe aiutato a limitare il tasso di cancellazioni sotto data registrato nelle località montane e le città d’arte dovuto alle quarantene fiduciarie in cui sono incappate le famiglie anche solo a causa di contatti stretti con soggetti positivi. Il nostro settore, da mesi, mette la salute dei turisti al primo posto ed infatti le strutture alberghiere sono un luogo sicuro e metodico nei controlli, ma siamo molto preoccupati dall’ondata di disdette che rischia di creare dei danni economici importanti di cui rischiamo di pagare un conto salato nei prossimi mesi”. Così il presidente di Federalberghi Veneto, Massimiliano Schiavon, commenta le decisioni prese dal governo nel consiglio dei ministri di ieri.
“Oggi – spiega – paradossalmente ci ritroviamo in una situazione peggiore rispetto a 2 anni fa con condizioni che limitano e complicano fortemente gli spostamenti da e per i paesi esteri nonostante i tassi di vaccinazione raggiunti. A questo dobbiamo sommare, come già sottolineato giorni fa, l’incremento dei costi dell’energia che graverà pesantemente sia sulle famiglie e la loro capacità di spesa, ma soprattutto sulle imprese e questo ci induce ad un certo pessimismo sulla ripresa delle prenotazioni per le settimane bianche alle porte e per il turismo nelle città d’arte per i primi mesi del 2022. Un quadro sicuramente negativo che richiede interventi urgenti”.
Per Federalberghi Veneto è necessario che il governo: abolisca la seconda rata Imu 2021 ed entrambe quelle del 2022; proroghi la cassa Covid almeno fino al 31 marzo 2022, neutralizzando le anzianità lavorative e introducendo una riforma degli ammortizzatori sociali, finalmente stabile, che dia chiaramente la misura delle modalità di utilizzo dello strumento di sostegno al reddito anche nei casi di riduzione o cessazione temporanea dell’attività per esplicita mancanza di lavoro; introduca un calmiere, con un limite massimo, per quanto riguarda le bollette energetiche, favorendo anche i progetti di sistema per la transizione al green ed al sostenibile; prolunghi le moratorie sui finanziamenti al 31 dicembre 2022, in attesa che le aziende ritrovino stabilità di ricavi e ritornino ad avere flussi di cassa sufficienti alla ripartenza; intervenga a mitigare il costo della Tari rendendola proporzionale al rifiuto effettivamente prodotto; intervenga con iniezioni di liquidità e finanziamenti a lungo termine; riduca il cuneo fiscale per abbattere il costo del lavoro e liberare più risorse nel salario per i lavoratori.
Il presidente Schiavon poi sottolinea la necessità di politiche europee più omogenee: “Purtroppo ancora una volta siamo di fronte ad un’Europa che dimostra l’incapacità di determinare restrizioni condivise ed tra i paesi membri. Tutto questo va ben oltre lo sforzo sostenibile unicamente dalle singole imprese. Siamo consapevoli dell’emergenza, ma un conto è il rischio imprenditoriale, un conto è l’atto di eroismo che ci viene ora richiesto”.
“I provvedimenti assunti dal governo – continua – sono serviti solo in parte a compensare gli effetti negativi che il Covid ha avuto sul settore mettendolo in ginocchio. Il prolungamento dello stato di crisi e le condizioni di mercato necessitano di ulteriori urgenti sostegni per il settore e per tutto l’indotto ma questa volta in prospettiva futura non solo pensando al presente con interventi a spot e non di sistema”.
“Per queste ragioni – auspica – è urgente e prioritario attivare un tavolo di crisi che affronti le emergenze del settore e mette al centro del dialogo le misure che abbiamo elencato. Oggi questa non è più un’opzione, ma una necessità”.