(Adnkronos) – “Il mercato statunitense rappresenta il secondo mercato mondiale per l’importazione di pasta italiana con un valore, nel 2024, di circa 700 milioni di euro, pari a circa il 10% delle esportazioni globali del nostro prodotto. Questa decisione ci preoccupa molto perché costituisce un ulteriore segnale di chiusura da parte dell’amministrazione americana nei confronti della produzione italiana di pasta, che è il prodotto simbolo del made in Italy nel mondo”. Così, in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia, Margherita Mastromauro, presidente Pastai italiani di Unione italiana food, commenta la notizia di un super dazio americano in arrivo sull’export di pasta.
Che cosa si può fare? “Quello che sta facendo in queste ore – spiega – il ministero degli Affari Esteri, cioè cercare di interloquire con l’amministrazione americana e provare a rivedere questa decisione per evitare un grave danno economico all’intero comparto, a livello nazionale. Anche se in questa fase non riguarda la totalità dei pastifici, tuttavia è comunque una decisione che preoccupa, è un segnale di ulteriore chiusura che non può che preoccupare tutti”.
“E’ difficile pensare – avverte la presidente Mastromauro – che se non si riuscirà nelle prossime ore a trovare un accordo con l’amministrazione americana non ci siano dei danni e delle conseguenze. Il danno non riguarda soltanto l’industria pastaria, in primis coinvolta, ma anche tutta la filiera del grano duro. Essendo il comparto della pasta comunque un pilastro non solo della nostra economia, ma anche della nostra identità culturale, decisioni di questo genere sicuramente richiedono un impegno da parte delle istituzioni italiane e europee determinato per difendere un settore che dà valore e prestigio al nostro paese”.