Findomestic: in 2021 beni durevoli a 70,6 mld, +2% su livelli pre pandemia

Con un’impennata dei consumi del +13,7% il mercato dei beni durevoli chiuderà il 2021 a quota 70,6 miliardi, vale a dire il 2% in più rispetto ai livelli pre-Covid. Secondo i dati della 28esima edizione dell’Osservatorio Findomestic, realizzato in collaborazione con Prometeia, l’incremento della spesa in durevoli si deve soprattutto alle performance dei mercati casa, con il mobile a +16,1% che recupera e supera i livelli pre Covid (+2,2%) e la tecnologia che con un nuovo incremento del 14,9% raggiunge un giro d’affari di gran lunga superiore al 2019 (+19,8%). Nel settore mobilità, invece, la ripresa del 12,1% non basta ad azzerare il gap accumulato durante l’emergenza sanitaria: il distacco sui valori pre-crisi è del 4,5%. Il risultato peggiore è quello delle auto nuove, che recuperano soltanto il 10,5%, mentre il segmento delle due ruote schizza a +22,5%. 

L’Osservatorio Findomestic stima nel mercato dei beni per la casa una crescita del 15,5% rispetto al 2020 che consente all’aggregato di collocarsi su livelli superiori del +10,7% a quelli del 2019. Con un fatturato da 15,6 miliardi a fine 2021, il comparto dell’arredo riprende il suo percorso di crescita dopo la battuta d’arresto dello scorso anno. Il +16,1% è l’esito di una felice combinazione di fattori: l’andamento favorevole delle compravendite immobiliari, il sostegno di bonus legati a mobili e immobili e il consolidamento delle nuove abitudini domestiche emerse con la pandemia. La regione che fa segnare la crescita maggiore è il Piemonte con +18,6% (1,41 miliardi totali), mentre in Campania e in Sardegna l’espansione del mercato si ferma al +14,2%. Sempre più rilevante il ruolo dell’online: nel 2021 l’e-commerce di arredamento e home living aumenta del 18% raggiungendo una penetrazione del 13,3%. L’altro grande comparto del settore casa sperimenta un incremento del 14,9% superando i 17 miliardi. Nell’ampio paniere della tecnologia consumer, il segmento più rilevante in valore è quello della telefonia, che con un incremento dell’11,6% sfiora i 6,1 miliardi grazie anche al consistente contributo dell’e-commerce (+25,7%). 

Mentre gli smartphone – padroni del mercato – crescono dell’11,7%, a far registrare le performance migliori in termini percentuali sono i wearables: orologi, occhiali smart e altri dispositivi indossabili fanno segnare un balzo del 65,2%. Sul fronte degli elettrodomestici grandi, l’evoluzione positiva del mercato raggiunge i 3,6 miliardi con un +17,1%, sulla spinta dei bonus legati alle ristrutturazioni. Spiccano i risultati di prodotti da incasso (+62,4%) favoriti dalle riaperture dei negozi di arredo Per quanto riguarda gli elettrodomestici piccoli, si consolida il trend positivo rilevato nel 2020: il +7,4% rilevato porta il giro d’affari oltre 1,8 miliardi. Emerge un buon contributo dei segmenti ‘cura della casa’ e ‘preparazione del cibo’: tra i best performer figurano le friggitrici (+147,8%), le bilance pesapersone (+39,2%) e le macchine per il caffè (+25,5%). Anche l’Information Technology, che nel 2020 aveva spiccato il volo sull’onda dell’implementazione di Smart Working e Dad, continua a vivere una fase di espansione con un +6,6% che porta il valore complessivo del comparto a 2,7 miliardi. 

Il maggior tempo trascorso in casa spinge in particolare gli acquisiti di dispositivi per il gaming (+35,1%), monitor (+20,3%) e tablet (+29,9%). Infine, l’elettronica di consumo conferma uno slancio straordinario proiettandosi a quota 2,7 miliardi grazie al +38% previsto dall’Osservatorio Findomestic. Nel 2021 l’importante sviluppo delle vendite è stato sostenuto da grandi eventi sportivi, switch off e bonus Tv. Non a caso i risultati migliori riguardano decoder (+263,5%), accessori per le Tv digitali (+60,4%) e televisori (+48,8%). Una spinta importante arriva anche dalle vendite online che, con un incremento del 13,6% (inferiore solo a quello registrato nella telefonia) arrivano a sfiorare un’incidenza del 18%. A fine anno la spesa delle famiglie nel settore della mobilità risulterà inferiore del 4,5% rispetto ai livelli pre-Covid, nonostante un rimbalzo del 12,1% nell’ultimo anno: la filiera dell’automotive, malgrado il sostegno degli ecoincentivi, rimane in sofferenza anche a causa della carenza di microchip e componenti elettroniche che perdura da mesi. 

Il comparto in maggiore difficoltà è quello delle auto nuove con poco più di 1 milione e 500 mila immatricolazioni nel 2021 tra privati e aziende (1.514.359) che corrisponde a un +8,6% rispetto al 2020, ma in calo del 21,5% sui livelli 2019. La spesa delle famiglie italiane nel segmento del nuovo si assesta a 16,7 mld contro gli oltre 18 mld registrati due anni fa. A livello regionale l’andamento del mercato risulta profondamente disomogeneo: la forbice è compresa fra il +31,7% della Valle d’Aosta e il +4,1% della Lombardia e dell’Emilia-Romagna. 

L’introduzione di incentivi all’acquisto di auto usate non è bastata a riportare le compravendite sui livelli pre-Covid anche se il segmento soffre meno rispetto al “nuovo”: il giro d’affari complessivo della spesa delle famiglie italiane per l’usato è cresciuto nel 2021 del 12,5% per 19,1 miliardi complessivi. I passaggi di proprietà sono stati quest’anno oltre 2,7 milioni, in aumento del 10,9% sul 2020 ma ancora indietro del 4,7% sul 2019. A condizionare il mercato sono la limitatezza del bacino di auto interessate dagli incentivi, la scarsa disponibilità di modelli e i prezzi medi in accelerazione. Anche nell’usato è la Valle d’Aosta la regione con il maggiore incremento passaggi di proprietà (+14,1%), mentre in fondo alla classifica si trovano Campania e Friuli-Venezia Giulia (+9%). Raggiunge la soglia dei 2 mld la spesa delle famiglie italiane per i motoveicoli, vale a dire +22,5% sul 2020 e +14,1% sul 2019. Il boom è determinato principalmente dalla diffusa rinuncia all’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico per il rischio di contagio e dalla crescita dell’appeal di moto e scooter ibridi o elettrici, interessati da sostanziosi ecoincentivi. L’analisi regionale evidenzia la top performance del Lazio con +33,7% di pezzi venduti; fanalino di coda, invece, è il Trentino-Alto Adige con +5,3%. 

I mercati dei beni durevoli (veicoli, mobili e tecnologia) monitorati da Findomestic, società di credito al consumo del gruppo Bnp Paribas, registrano il balzo più ampio in Calabria con +17,4%, davanti a Molise e Sicilia con +16,2% e alla Basilicata con +16,1%. È la riscossa dei territori meridionali, che nel 2020 avevano patito in modo particolare le ricadute economiche dell’emergenza sanitaria e che nel 2021 beneficiano della maggiore spinta dei mercati auto nuova e motoveicoli, favoriti in questi territori dalla maggiore propensione a rinnovare un parco circolante più datato che altrove. Con una spesa complessiva di 13,9 miliardi, in aumento del 12,4%, la Lombardia rimane la regione con la maggiore incidenza in valore assoluto (19,6%) sui consumi dei durevoli, davanti al Lazio con 6,8 miliardi, al Veneto con 6,6 miliardi, all’Emilia-Romagna con 6,4 miliardi e al Piemonte con 6,2 miliardi. La regione con minor slancio all’acquisto è, invece, l’Umbria, dove il recupero dei consumi di durevoli non va oltre l’11,4%. 

“La traiettoria espansiva dei durevoli risulta particolarmente positiva nel quadro dei consumi totali, che hanno uno scarto negativo del 6,6% sul 2019”, afferma è Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic, in occasione della presentazione dell’Osservatorio Findomestic 2021. 

“Dall’analisi dei segmenti di spesa – rileva Bardazzi – traspare il rafforzamento di alcune dinamiche innescate dal fenomeno pandemico, che ha riportato al centro dei bisogni degli italiani la dimensione domestica, interpretata in chiave sempre più tecnologica e orientata al comfort. Lo spazio su cui si investe maggiormente è la cucina, come dimostra la crescita nella domanda di beni come friggitrici (+147,8%), piani cottura (+64,5%) e lavastoviglie (+33,1%)”. 

(Adnkronos)