Fisco, Michelino (Commercialisti): “Taglio Irpef primo passo necessario, era necessario partire”

(Adnkronos) – Il nuovo taglio dell’Irpef “è un’operazione necessaria nell’ottica della semplificazione, rappresenta senza dubbio un primo passo. Con i correttivi di deduzione e detrazione si sono ridotti alcuni vari importi che potranno essere utilizzati per le spese quotidiane. Poteva essere una misura sicuramente più coraggiosa. Sicuramente migliorabile, ma era indispensabile partire”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Mario Michelino, presidente Andoc (Associazione nazionale dottori commercialisti).  

Secondo Michelino “riduzione dell’Irpef, concordato preventivo biennale, riforma del contenzioso e la compliance sono strumenti che impattano su orizzonti di breve periodo, ma gettano allo stesso tempo le basi per la rivoluzione del sistema tributario, una sfida importante ma quando si avviano le riforme occorre attendere per valutare i risultati. Va dato atto che il governo – in uno scenario internazionale difficile – ha messo in campo una serie di misure volte alla ripresa dell’economia a favore delle aziende, per garantire una ripresa stabile e continua”, spiega ancora.  

Per il presidente dell’Andoc la strada è tracciata. “Con i quattro decreti legislativi attuativi della Delega fiscale -sottolinea si va nella direzione di migliorare e semplificare il sistema fiscale, adempimento collaborativo, contenzioso tributario, statuto del contribuente e il primo modulo della riforma Irpef. Dal 1° gennaio le aliquote Irpef sono scese da quattro a tre, con quella del 23% che arriverà a coprire anche l’attuale secondo scaglione di reddito tra 15 e 28mila euro. Un primo passo che nelle intenzioni del governo dovrebbe portare a un vantaggio soprattutto per i redditi medio bassi. L’impatto massimo della riduzione delle aliquote si avvertirà soprattutto nella fascia di reddito tra 30 e 50mila euro, con un risparmio fiscale su base annua di 260 euro. Oltre i 50mila euro, invece, il vantaggio sarà annullato dal taglio delle detrazioni”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Mario Michelino, presidente Andoc (Associazione nazionale dottori commercialisti), dopo l’entrata in vigore delle recenti riforme fiscali, sui principali cambiamenti che le imprese devono affrontare nel 2024. 

“Inoltre, il decreto Irpef innalza per il prossimo annuo da 1.880 a 1.955 euro la detrazione per lavoro dipendente allineando la no tax area a 8.500 euro come per i titolari di reddito di pensione. Per le imprese, ci sarà la fine del bonus aumenti di capitale a partire dal 2024 e il debutto della maxi-deduzione per i neoassunti (120% o 130%) in caso di lavoratori svantaggiati”, aggiunge. 

E Michelino sottolinea anche i punti su cui si deve intervenire per venire incontro alle esigenze dei professionisti. “Con il nuovo calendario fiscale sono previste -spiega- ulteriori scadenze, oltre quelle già presenti, con cadenza quotidiana, che impegneranno non poco gli studi professionali. Bisogna puntare sulla semplificazione e sulla riduzione degli adempimenti, evitando di inviare dati già in possesso dell’amministrazione finanziaria. Bisogna predisporre un ‘dialogo’ tra le banche dati evitando ai commercialisti di rappresentare il front office dell’Agenzia”. 

“A mio giudizio la principale novità del concordato preventivo biennale farà la parte del leone, in quanto strumento nuovo, articolato e complesso che vedrà le sue applicazioni nella seconda metà dell’anno. Per affrontare bene l’anno sarebbe auspicabile che i commercialisti venissero messi in condizione di lavorare con tempestività fornendo le piattaforme software con congruo anticipo”, aggiunge ancora.  

Infine un messaggio alla categoria. “I passaggi per far fronte alle continue variazioni -spiega- sono l’aggregazione professionale, la specializzazione delle competenze e la sempre maggior necessità di interfacciarsi con le nuove tecnologie per semplificare i processi complessi che attanagliano la professione, tra cui l’intelligenza artificiale. Per le imprese la direzione è quella di massimizzare le sinergie per la riduzione dei costi e alla luce del nuovo percorso fiscale che si sta aprendo con il concordato preventivo avviare una pianificazione fiscale di lungo periodo”, conclude.  

 

(Adnkronos)