“Se fare formazione conviene, farla alle donne manager conviene ancora di più”. Lo ha sottolineato il presidente di Fondirigenti, Carlo Poledrini, introducendo oggi a Roma, nella sede della Confindustria in viale dell’Astronomia, il seminario “Donne manager e performance aziendali”, nel quale sono stati presentati i risultati di un’indagine sul tema effettuata da Fondirigenti, il più importante Fondo interprofessionale per la formazione di manager con 14 mila imprese e 80 mila dirigenti aderenti.
“Indubbiamente – ha proseguito Poledrini – c’è un legame positivo fra formazione manageriale femminile e produttività aziendale. Le donne portano all’impresa efficienza ed efficacia e offrono mediamente un vantaggio in più, quello dell’età: sei donne su dieci fra quante hanno partecipato ai nostri corsi di formazione avevano meno di 50 anni”.
Poledrini ha ricordato alcuni dati che definiscono il contesto in cui l’analisi si colloca, sottolineando come nel 2019 il tasso di occupazione rispetto all’universo femminile fosse soltanto del 53,1%, al confronto con il 72,9% degli uomini sulla loro popolazione di riferimento e come l’Italia figuri al 14° posto nell’Unione europea quanto all’indice di parità di genere.
Il nostro Paese, ha proseguito il presidente di Fondirigenti, non fa eccezione per le posizioni manageriali: secondo i dati Inps relativi al 2019, soltanto il 28% di queste sono occupate da donne e solo il 18% delle manager occupate ha un vero e proprio contratto da dirigente. In più la forbice retributiva rispetto ai dirigenti maschi è la più elevata.
Il presidente di Fondirigenti ha ricordato inoltre le numerose iniziative che, a livello internazionale, si vanno assumendo per promuovere il ruolo della donna nella società, sottolineando come il nostro Paese dovrà impegnarsi a fondo in questa rincorsa, anche grazie alle risorse del Pnrr, e come siano fondamentali le analisi che permettono di approfondire criticità e possibili rimedi.
In questo senso, il presidente ha introdotto la ricerca di Fondirigenti, realizzata in collaborazione con l’Università di Trento, sottolineando l’originalità dell’approccio basato su basi reali. Certo, anche se formare le donne conviene, “la strada è ancora in salita – ha aggiunto Poledrini – e questo specie nelle imprese di piccole e medie dimensioni e nel Mezzogiorno, dove il livello di managerializzazione (anche al femminile) presenta notevoli margini di miglioramento”.