(Adnkronos) – “I concorsi non sono un terno a lotto”. Lo dice in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commentando l’altissimo numero di respinti dopo le prime prove scritte del concorso ordinario della scuola secondaria.
“Dalle prime segnalazioni che ci sono arrivate – spiega – abbiamo notato delle risposte ambigue. Nella risposta multipla ci sono delle regole che impongono di mettere una risposta esatta, una palesemente falsa e due risposte verosimili. Ebbene, in alcuni casi abbiamo riscontrato che questa regola basilare dei test non è stata rispettata. Inoltre, in alcuni casi, in base agli argomenti previsti nel bando, non sono stati sviluppati i quesiti su quelle materie”.
“Tutte queste segnalazioni – rimarca Pacifico – sono al vaglio dell’Ufficio legale di Anief; abbiamo infatti aperto delle preadesioni gratuite per andare a contestare tutte queste illegittimità e ottenere la vittoria dei ricorsi presentati che, in una prima fase, mirano attraverso ordinanze cautelari a chiedere al tribunale amministrativo la possibilità per i ricorrenti di poter affrontare le prove successive con riserva del giudizio di merito e, in caso di rigetto, comunque chiedere delle prove suppletive per poter partecipare a queste prove”.
“In ogni caso – afferma il leader sindacale – questo concorso ordinario, così come quello straordinario che si svolgerà entro il 15 giugno, non possono rappresentare la soluzione per affrontare il tema del precariato, neanche il tema per scegliere i migliori o i precari che lavorano nelle nostre scuole. Al tavolo del reclutamento che il ministro deve attivare nei prossimi mesi come Anief abbiamo richieste ben precise, ma anche semplici”.
“Noi – rimarca – vogliamo che la domanda si incontri con l’offerta e quindi si vadano a reclutare, come è stato fatto negli anni passati, gli insegnanti da quelle stesse graduatorie da cui sono chiamati per le supplenze, cioè si utilizzi un doppio canale di reclutamento per il 50% delle graduatorie di merito dei concorsi e per l’altro 50% dalle graduatorie per le supplenze e nel caso specifico in cui non si abbia l’abilitazione con una riserva che si consegue il titolo durante l’anno di prova con corsi organizzati dagli atenei”.
“Per quanto riguarda i futuri concorsi a cattedra – avverte – però dobbiamo uscire da questa logica delle crocette, i quiz devono essere fatti in maniera corretta e devono andare a valutare le conoscenze e le competenze dei contenuto delle materie da parte dei candidati e non rappresentare un terno a lotto come sta avvenendo in questi giorni”.