(Adnkronos) – “Programmo da quando avevo 14 anni e usavo un Commodore 64. Ho lavorato per anni come sviluppatore, commerciale e consulente all’interno di tante aziende internazionali e ho capito che era questo il momento giusto per lanciare la mia startup: Nuvolaris”. A raccontarlo è Michele Sciabarrà, siciliano residente a Londra, una laurea in Scienze dell’Informazione, autore presso O’Reilly uno egli editori specializzati più prestigiosi al mondo e un curriculum di livello altissimo. Nuvolaris è un sistema operativo per lo sviluppo in cloud che permette agli sviluppatori di essere più efficienti, più veloci e più precisi. “Oggi – spiega Sciabarrà – chiunque voglia sviluppare lo fa in cloud perché è diventato impensabile produrre qualcosa che funzioni su server fisici. Gestire decine di server di questo tipo all’atto pratico risulta quasi impossibile. Inoltre, aggiungere un nuovo server alla propria rete può richiedere settimane di lavoro e migliaia di euro d’investimento, mentre se si lavora in cloud servono pochi minuti e l’investimento si riduce a pochi centesimi”.
Lavorare in cloud è, quindi, ormai una scelta indispensabile. Ma, per farlo, bisogna essere preparati ad affrontare molte complessità. “Le aziende che fanno sviluppo possono usare il cloud in modalità serverless affidando di fatto a un cloud provider la gestione dei server, ma ciò vuol dire essere legati e vincolati a quello specifico fornitore; soluzione che, posso garantire, non gode di grande simpatia. Esiste anche una seconda modalità serverless, aperta che permette di usare tutti i cloud in circolazione senza sentirsi legati a uno in particolare: è quella che viene chiamata Kubernetes. Ma anche questa modalità ha un problema: se da una parte libera le aziende da un legame troppo stretto con un solo fornitore, dall’altra risulta complicatissima ed estremamente laboriosa da implementare. Per questo è nata Nuvolaris, una piattaforma che rende Kubernetes facilissima da usare. Proprio come WordPress ha reso facilissimo creare siti web quando per farlo servivano competenze molto specifiche e non alla portata di tutti”.
Per quanto Nuvolaris non sia una realtà facile da raccontare al grande pubblico, sviluppatori, professori di informatica e addetti ai lavori hanno immediatamente intuito le potenzialità di questa tecnologia manifestando esplicitamente la volontà di investire in questo progetto. Per questo motivo, Sciabarrà e il suo team hanno avviato una campagna di crowdfunding internazionale sulla piattaforma Crossfund.com che in pochi giorni ha raccolto adesioni per oltre 350mila dollari e conta di arrivare al mezzo milione. “È importante notare – precisa Mirella Di Girolamo, Cfo della startup – che, oltre a contare su un team di super esperti e con un grande seguito, Nuvolaris opera in un mercato globale, uno dei principali del cloud-native, quello serverless che raggiungerà i 25 miliardi di dollari di valore entro il 2026. Ma il Tam (Total Addressable Market) è molto più ampio, visto che copre anche quello delle soluzioni Kubernetes e del cloud privato. In soli sei mesi di attività la giovanissima startup ha già iniziato a lavorare con importanti aziende portando a casa ordini per oltre 70mila dollari”. Insomma, c’è una rivoluzione globale in corso e porta la firma del made in Italy.