(Adnkronos) – “Sull’Ia generativa non sono nè favorevole né contrario, ci sto ragionando. Ci sono aspetti importanti, la composizione di un’opera non è un processo matematico. La composizione non è puramente matematica. Ognuno di noi che scrive canzoni ha avuto delle influenze, che reinterpreta e personalizza al momento della composizione, non ha ‘rubato’ dalla conoscenza di terzi. Io solitamente sono sempre avanti, ma su questo dico di andare con calma. Anche perché l’intelligenza artificiale generativa nella musica rischia di andare a impattare un intero ecosistema economico musicale e serve quindi una regolamentazione, di cui si inizia a parlare solo adesso in Europa. Ma molte delle persone che parlano dell’intelligenza artificiale non sanno cosa vuol dire. Sarebbe piacevole che nel’ambito di confronto venisse invitato chi davvero ci lavora”. Così Federico Montesanto, ceo Pirames international, intervenendo a Bisceglie a Digithon, nel corso del panel ‘L’industria discografica digitale: Pirames international, aggregatore italiano’.
Secondo Montesanto deve essere chiaro per l’utente quando si trova ad ascoltare un brano generato dall’intelligenza artificiale invece che dalla voce di un artista in carne e ossa. “Ad esempio si potrebbe creare una sorta uno Spotify Ia dove tu sai che vai e trovi che quelle canzoni sono generate dall’intelligenza artificiale”, ha sottolineato.
E Montesanto ha parlato dell’attività di Pirames. “Pirames distribuisce 2500 registrazioni audio, parte consistente della musica italiana e se non ci fosse Pirames la distribuzione della musica italiana sarebbe realizzata da realtà straniere”, racconta. “Siamo dei fortunati sopravvissuti. Il lavoro dell’aggregatore -sottolinea- finisce nel momento in cui ha distribuito un prodotto sulle piattaforme digitali. Invece per noi ci piace dire che il nostro lavoro inizia lì, Pirames infatti segue lo sviluppo a 360 gradi su diversi canali digitali come i social, esistono tantissime opportunità. Il nostro obiettivo è intercettare a 360 gradi l’utilizzazione di un contenuto che distribuiamo e la possibilità di monetizzarla”, spiega.