(Adnkronos) – “Negli ultimi tempi circola, fra gli addetti ai lavori e fra i cittadini interessati, grande preoccupazione in merito al futuro del Superbonus (soprattutto, ma anche degli altri bonus edilizi) e all’effettiva possibilità di cessione dei crediti. Le cause dietro questa preoccupazione sono molteplici”. Lo dice all’Adnkronos/Labitalia Mirco Mion, presidente Agefis (Associazione dei geometri fiscalisti).
“In primo luogo – spiega – lo stop alle acquisizioni dei crediti da parte di numerosi istituti bancari. Le banche, infatti, non danno più disponibilità ad acquistare nuovi crediti perché hanno saturato la loro possibilità di acquisto, come prescritto dalla normativa bancaria: è infatti previsto un vincolo di compensazione che prevede che i crediti fiscali non possano superare il livello di imposte e contributi versati dalla banca stessa e che non possono, dunque, essere oggetto di compensazione”.
“E’ questo raggiungimento – avverte – del plafond disponibile, sostanzialmente, la ragione principale dietro il blocco delle sottoscrizioni dei contratti di cessione del credito. E’ ormai chiaro come ci sia stata una scarsa valutazione dell’impatto negativo del DL Antifrode sul mercato dei crediti che ha, di fatto, bloccato le cessioni multiple: il meccanismo si è, infatti, inceppato anche a causa del blocco delle cessioni ai soggetti terzi, come ad esempio i correntisti delle banche. E dunque, anche a causa della poca chiarezza normativa e delle continue modifiche, le banche si sono irrigidite e sono rimaste in attesa, bloccando non solo l’acquisto dei crediti ma anche la validazione di linee di credito che consentono l’apertura di nuovi cantieri, non erogando i finanziamenti necessari per intraprendere i lavori”.
“Le continue modifiche alla normativa relativa alle cessioni dei bonus edilizi – spiega – hanno infatti comportato un cambio di approccio degli stakeholders, che ora tengono un atteggiamento più prudenziale in attesa di nuovi possibili interventi che vadano ad aggiornare, nuovamente, le norme che regolano il meccanismo della cessione del credito”.
“Ma non solo – avverte Mion – a queste criticità di sommano la svalutazione dei crediti per i contribuenti, con la riduzione della somma effettivamente rimborsata rispetto al credito ceduto e l’aumento dei tassi di interesse dei finanziamenti, in continua crescita”.
“Dai dati diffusi recentemente da Enea – ricorda il presidente Mion -emerge un ulteriore elemento di preoccupazione: secondo i report relativi all’utilizzo del Superbonus, infatti, per gli interventi di efficientamento energetico fino al 31 maggio 2022 le detrazioni previste a fine lavori ammonterebbero a 33,7 miliardi di euro (attenzione, questi dati non si riferiscono ai lavori antisismici), mentre la Legge di Bilancio ha fissato a 33,3 miliardi le risorse stanziate per finanziare il 110%. Appare dunque evidente come, a causa di tutti questi elementi, il mercato stia affrontando un momento di crisi, con il rischio concreto di assistere al collasso di professionisti e imprese”.
“Purtroppo – sottolinea – non è così remota, purtroppo, la possibilità che tutte quelle imprese che non riescono a cedere i crediti finora accumulati attraverso il meccanismo dello sconto in fattura rischino il fallimento, con la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro nel settore edilizio. La soluzione a questa impasse passa, certamente, attraverso la stabilizzazione dell’impianto normativo, che deve essere chiaro e fissato fermamente, in modo da restituire fiducia agli operatori finanziari, ai professionisti e alle imprese”.
“Per risolvere il problema – suggerisce Mion – causato dal vincolo di compensazione delle banche, è invece importante che sia ripristinata la possibilità di cessione ulteriore dei crediti acquisiti, indipendentemente dalla natura del cessionario, in modo che i crediti possano essere rimessi in circolo ridando vitalità al mercato, senza tuttavia rinunciare alle indispensabili attività di verifica e contrasto alle frodi”.