Tonellidesign, ripartire dal vetro per economia circolare e sostenibilità

Il Covid-19 ha rivoluzionato la geografia delle filiere produttive europee: le difficoltà di trovare materie prime dai rivenditori esteri durante i mesi di lockdown hanno spinto molte aziende a ripensare e riorganizzarsi sempre più internamente. Dopo questo periodo di pandemia sarà necessario un ritorno all’essenziale favorendo ancora di più il made in Italy e gli aspetti sociali. Lo sa bene Tonellidesign, azienda che produce dagli anni ’80 complementi d’arredo in vetro – tra cui librerie, madie, tavoli, lampade, specchi e molto altro – avvalendosi della collaborazione di designer internazionali.  

Azienda interamente italiana, ha adottato un approccio che si basa sul rispetto di uno dei materiali più antichi e più nobili della storia dell’uomo. Il vetro è, infatti, la vera anima dell’azienda. “Questo materiale, in questo periodo storico, può davvero aiutarci a salvare il nostro mondo e a preservarlo da disagi futuri”, sostiene Michele Gasperini, titolare dell’azienda. 

“La maggior sensibilità verso lo stato di sofferenza ambientale del nostro pianeta – sottolinea – è uno degli spunti più importanti che ci ha lasciato la pandemia. L’aspetto migliore è che questa attenzione non ha raggiunto solo i singoli individui, ma anche i maggiori esponenti politici e le organizzazioni governative, innescando una serie di attività economiche concrete, volte alla salvaguardia del sistema ecologico. E’ ora evidente come la scelta di un certo materiale, per la realizzazione di un qualsiasi bene di consumo, non può dipendere solo dalle sue prestazioni di utilizzo e dal suo costo, ma è necessario prevedere l’impatto che quel materiale ha sul sistema ecologico e soprattutto prevedere, come potrà essere riciclato al termine del suo tempo di utilizzo”. 

Il vetro è un grande esempio di economia circolare del made in Italy. “L’Italia – osserva – è il paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, addirittura doppia rispetto alla media europea. Il vetro, che è uno dei tre materiali più riciclati al mondo, è l’emblema del ciclo chiuso dell’economia circolare. Forte di questi dati, il vetro è ritenuto una eccellenza di qualità, prestigio e tipicità italiana, a rappresentanza del vero made in Italy, che, per Tonelli, è il resoconto di una storia che dura da oltre 30 anni, legata al territorio e fedele alle origini”.  

“La Tonelli realizza i suoi prodotti in vetro da oltre 30 anni – racconta – quando il tema dell’ecologia era indubbiamente meno sentito e il vetro era ‘semplicemente’ innovativo e resistente, leggero e magico. Oggi, il fatto che il vetro sia riconosciuto come uno dei materiali più ecologici esistente in natura, gioca sicuramente a nostro favore, ma non è abbastanza. La nostra attenzione è rivolta a tutto il ciclo di trasformazione del vetro, andando a prediligere i fornitori che adottano politiche ecosostenibili al proprio interno, come l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, per la produzione delle lastre di vetro. Anche la progettazione dei nostri modelli sta cambiando, rendendo possibile il disassemblaggio e quindi il corretto smaltimento di ogni componente del prodotto, qualora esistano più materiali a completamento dello stesso”. 

Il recupero del vetro, dunque, deve diventare una risorsa per tutti noi. “Alcuni anni fa, abbiamo avviato una ricerca – ricorda Michele Gasperini – per chiarire gli aspetti legati al riutilizzo e alla trasformazione degli scarti di vetro. Ne è emerso che, in alcuni casi, l’onere di trasformazione degli scarti e di conseguenza l’impatto ambientale può risultare molto gravoso, vanificando quindi il beneficio in termini ecologici dell’attività. Nasce dai risultati di questa ricerca un materiale nuovo e performante, sia dal punto di vista tecnico che estetico, che prevede il recupero degli scarti ‘grezzi’ delle nostre lavorazioni, senza ulteriori lavorazioni. E’ stato chiamato Krystal Fusion e ha dato forma a una prima collezione di prodotti, ‘Il Paese delle Meraviglie’, disegnata da Paolo Lomazzi”. 

E proprio la pandemia ha fatto riscoprire anche i vantaggi in termini sanitari del vetro. “Il vetro – spiega – è uno dei materiali più utilizzati in ambito medicale (provette, contenitori ecc.) grazie alla sua inerzia. Le ultime ricerche sulla resistenza del virus Covid sulle superfici hanno evidenziato che questo può resistere fino a decine di giorni, in base al tipo di superficie. E’ piuttosto improbabile che il virus possa prolificare sulle superfici, ma è invece molto importante disinfettare le superfici per evitare che, tramite il contatto, il virus possa trasmettersi da una persona all’altra”.  

“Da questo punto di vista, il vetro ha una particolarità unica, che lo differenzia rispetto alle plastiche, il legno o la ceramica, che è quella di poter essere pulito ripetutamente, con qualsiasi disinfettante, anche molto aggressivo, come la candeggina per esempio, che lo rende assolutamente sterile dal punto di vista igienico. Sia in ambito domestico che lavorativo, un piano in vetro oggi è una scelta consapevole che va oltre il semplice gusto estetico”, aggiunge. 

La pandemia ha anche costretto necessariamente a rivedere piani e programmazioni. “Dall’inizio della pandemia, con fiere ed eventi rimandati ogni 6 mesi, showroom e negozi aperti e chiusi a settimane alterne, siamo stati costretti a rivedere continuamente la nostra strategia, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione e le modalità di presentazione. Tutto questo ha inoltre incredibilmente accelerato una serie di attività di digital marketing e targettizzazione dei contatti, tanto che ora stiamo affrontando una vera e propria trasformazione digitale. Questo aspetto, nonostante la grande incertezza dei mercati, non può che essere un fenomeno estremamente positivo per il futuro”, conclude. 

(Adnkronos)