Vino, investire in etichette pregiate? Ecco i 3 errori da non fare

(Adnkronos) – A differenza del mercato azionario più tradizionale, l’investimento nel vino pregiato presuppone una serie di accortezze differenti, così come regole da seguire per diversificare al meglio il proprio portafoglio ed evitare di perdere il capitale investito. Investire nel vino può, quindi, essere estremamente redditizio, oltre che di per sé molto affascinante, ma occorre tenere a mente delle linee guida prima di addentrarsi in questo settore. 

Quali sono, quindi, gli errori da non fare, quando ci si approccia per la prima volta al mercatodel vino di pregio? Wine Profit (www.wineprofit.com), realtà ibrida innovativa, nata nel 2018 come progetto all’interno di Moneysurfers (www.moneysurfers.com) e posizionata a metà tra le società di investimento e i commercianti di vino, ha stilato una breve guida che sintetizza i 3 errori che ogni investitore, o potenziale tale, dovrebbe sempre tenere a mente e cercare di non commettere: 

1) Non pensare che tutto il vino sia un vino da investimento: non tutte le etichette, infatti, hanno le caratteristiche per essere considerate da investimento e solo circa l’1% della produzione vinicola globale supera l’accurata selezione, che viene fatta ogni anno da critici internazionali. Occorre, quindi, affidarsi a un esperto sommelier, che sappia guidare l’investitore nella scelta delle corrette bottiglie su cui investire capitale. È importante evitare di affidarsi al proprio gusto personale, ciò che piace al palato, non sempre rappresenta un’etichetta su cui investire e viceversa. Inoltre, è fondamentale acquistare le bottiglie direttamente dal produttore finale o dai distributori certificati, così da poterne garantire l’originalità e l’integrità. 

2) Conservare le bottiglie di vino nella propria cantina: l’autenticità e la corretta conservazione di una bottiglia sono il punto di partenza essenziale quando si acquista una collezione che si intende monetizzare in seguito, quando avrà raggiunto il massimo del suo potenziale. Infatti, se non si è prestato attenzione e conservato alla perfezione la bottiglia di vino, il suo valore è di norma pressoché nullo. Importante, quindi, è affidare le proprie bottiglie ad un magazzino fiscale, che sappia mantenere intatte le caratteristiche organolettiche di ogni etichetta. 

3) Non pianificare un investimento a lungo termine: una volta che il vino ha raggiunto il suo picco di valore, l’investitore può valutare la vendita delle bottiglie a potenziali acquirenti, come ad esempio ristoranti, alberghi, enoteche o collezionisti privati. Questo avviene, però, non prima di un tempo minimo di 5-7 anni e liquidare prima di questo arco temporale il proprio investimento significherebbe perdere del tutto il suo valore. Buona norma è, quindi, investire un capitale che prevediamo già di non dover sbloccare prima di questo periodo, optando quindi in parallelo per altri investimenti riscattabili nel caso in cui ci fosse la necessità. 

“Il vino pregiato ha una forte tendenza a crescere di valore nel tempo, e se scelto accuratamente, è un investimento veramente redditizio. A differenza di altri beni di lusso, inoltre, il vino pregiato è fatto per essere consumato e questo fa sì che, nel tempo, diventi un bene ancora più limitato e di conseguenza più costoso. A lungo termine, rappresenta davvero un investimento lungimirante e redditizio, se fatto con le giuste accortezze”, conclude Emanuel Paglicci, Chief Executive Officer di Wine Profit. 

 

(Adnkronos)