MANTOVA – Che il mini-ciclo di cinque gare tra le due soste nazionali sarebbe stato terribile, in tutti i sensi, lo si poteva immaginare già in anticipo. Dalla Carrarese alla Cremonese, i biancorossi hanno racimolato 5 punti, frutto di una vittoria, l’ultima nel derby, due pareggi e due sconfitte con Samp e Sassuolo. Una media inferiore alle prime otto gare, nelle quali la squadra di mister Possanzini aveva raccolto undici punti. Ma il peso specifico delle ultime avversarie era superiore: Samp, Palermo, Sassuolo e la stessa Cremonese, sono compagini che puntano dichiaratamente al salto di categoria, dunque qualche battuta d’arresto era da mettere in preventivo.
SENZA IL CENTRAVANTI “IDEALE” IL MANTOVA FATICA IN ATTACCO
Nel momento chiave però è mancata la concretezza offensiva: se è vero che il Mantova se l’è giocata alla pari contro tutte le avversarie più blasonate, sono però arrivati solo due gol in cinque gare, contro i 10 del ciclo precedente. Una differenza sensibile, spiegabile in parte con l’assenza di Davis Mensah contro Carrarese, Samp e Palermo. L’attaccante è poi subentrato nella ripresa con il Sassuolo. Il centravanti senza gol (ma anche senza macchia e senza paura) di mister Possanzini, è un elemento insostituibile, allo stato attuale, per questo Mantova. Un grande lavoro sporco, quello del numero 7 nato a Bussolengo, sempre chiamato a fare a sportellate con i difensori avversari, per aprire la strada agli inserimenti degli esterni, o alle stoccate dei centrocampisti, proprio come è capitato proprio nel derby del Martelli, quando Davis ha fornito la palla decisiva a capitan Burrai. Insomma: quando c’è Mensah il Mantova gira in un’altra maniera. Un ruolo di equilibratore e di punto di riferimento che nessun altro elemento della rosa riesce a ricoprire. Con lui titolare i biancorossi hanno racimolato 13 dei 16 punti totali. Più che una statistica, una sentenza.
ANCHE CON LA CREMONESE 25 FALLI SUBITI: SENZA ADEGUATE CONTROMISURE BIANCOROSSI COSTANTEMENTE PENALIZZATI
C’è poi un altro aspetto, anche questo legato in parte al ruolo di Mensah: quello della tutela da parte degli arbitri. Contro la Cremonese, ad esempio, ma non solo, il Mantova ha subito la bellezza di 25 falli, in media con le gare precedenti. Un dato impressionante, che fa dell’Aciemme la squadra più tartassata della B. La direzione di gara di Perenzoni, sabato scorso, stava promettendo bene, visto che il fischietto trentino aveva ammonito entrambi i centrali difensivi grigiorossi nella prima fase. Poi il metro è improvvisamente cambiato, e i cartellini (che alcuni giocatori cremonesi avrebbero meritato) si sono diradati anche in presenza di svariate scorrettezze meritevoli di sanzioni. Suona come una beffa il doppio giallo a Lochoshvili per due falli in pieno recupero, quando con un metro più rigoroso il Mantova avrebbe potuto approfittare della superiorità numerica per almeno un tempo. Situazioni che si vanno ripetendo in queste prime gare in cadetteria. Volendo credere alla buonafede, senza alcuna ironia, è palese quantomeno un certo disorientamento da parte dei fischietti nell’interpretazione del gioco dei biancorossi. Questo, tuttavia, non giustifica il fatto che la paura di estrarre dei cartellini rossi quando necessario (o dei gialli che possono condizionare comunque l’andamento dei match), vada costantemente a penalizzare i risultati del Mantova.
ORA DUE SETTIMANE PER LAVORARE: A CATANZARO BISOGNA GUARIRE IL “MAL DI TRASFERTA”
Adesso il Mantova avrà due settimane per lavorare alla trasferta di Catanzaro e per preparare il prossimo ciclo: in poco più di un mese i biancorossi dovranno affrontare sette gare. La gara in Calabria servirà per cercare di guarire quel mal di trasferta che non ha visto mai vincere i biancorossi lontano dal Martelli. In casa i biancorossi sono da play off (meglio hanno fatto solo Pisa, Cesena e Spezia), ma fuori dalle mura amiche sono ultimi in classifica, con soli due punti all’attivo.