RONCOFERRARO/OSTIGLIA – Strade innevate e sostanzialmente impraticabili, ma diverse scuole non si erano fermate: nel 1985 Roberto Archi era direttore didattico delle scuole materne ed elementari di Roncoferraro e Villimpenta, e ricorda i giorni della nevicata con un episodio alquanto singolare, ma non certamente piacevole: “Con la famiglia abitavo ancora a Sustinente e io e mia moglie, venivamo a lavorare ogni giorno a Roncoferraro con le nostre auto: io seguivo tutte le sedi delle elementari, che allora erano quattro o cinque nel solo territorio di Roncoferraro, e fui coinvolto in un incidente dovuto al ghiaccio, che per fortuna non ebbe grosse conseguenze, mentre mi dirigevo verso Governolo, lei invece finì in un fosso pieno di neve, sulla strada tra Casale e Nosedole. Ci organizzammo con due trattori per estrarre l’auto. Ricordo tutto il paesaggio imbiancato e il freddo pungente: in quei giorni era bello stare nella scuola di Nosedole, che allora si riscaldava ancora a legna. I ragazzi venivano a scuola con i moon boot, gli stivali da neve, proprio come se fossimo in alta montagna e per loro era una festa perché all’entrata e all’uscita giocavano con la neve. Per noi fu una sfida complicata, ma nonostante qualche ovvia problematica, che si può immaginare, riuscimmo a portare avanti i servizi”. “Maestri e professori raggiungevano la scuola con ogni mezzo, nonostante le oggettive difficoltà: ricordo ad esempio che un professore delle medie raggiunse il posto di lavoro con il trattore”. Una scena divertente e quasi da commedia, che racconta lo spirito di quelle giornate, nelle quali la priorità era quella di aiutarsi a vicenda, come racconta Remo Ranzi, ai tempi titolare di un’impresa edile a Nosedole: “Con mio fratello e mio suocero impiegammo quasi una giornata a liberare i tetti dalla neve – spiega – per paura che crollassero. Ricordo che qualche capannone ebbe dei problemi, ma fortunatamente tra le case della zona avevano coperture abbastanza spioventi per non rimanere schiacciate”.
Panorami candidi anche ad Ostiglia, dove grazie alle immagini scattate dall’indimenticato fotografo locale Dario Borsatti, riusciamo a scorgere la Città di Cornelio totalmente ricoperta dalla coltre bianca: fossi ghiacciati e neve che arrivò anche ad un metro di altezza. In quel mese di gennaio del 1985 anche il centro del Destra Secchia sembrava un paese della Lapponia.
(si ringrazia Maurizio Orioli)