Le festività natalizie sono un momento importante per fare un bilancio del lavoro svolto durante l’anno e per ricaricarsi di energia nuova, indispensabile per affrontare sfide e successi che guardano al 2024. Un percorso imprescindibile per le nuove generazioni e la salute di tutti, dove non c’è più tempo da perdere. “Bisogna agire subito e farlo adesso”, è il commento dell’On. Gianna Gancia, unica politica piemontese ad essere stata invitata alla Cop28, il vertice mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. L’abbiamo incontrata in una Fossano agghindata di luci e di addobbi, nel corso di un momento di scambio di auguri con l’associazione “Donne per la Granda”.
Onorevole, possiamo farle qualche domanda sulla conferenza Onu appena conclusasi?
“Certamente, prego. Sediamoci a quel tavolo. Da dove iniziamo?”.
Ci racconti la sua esperienza, senza tralasciare alcun particolare.
“Con piacere”, replica l’europarlamentare: “Volete che vi offra prima un caffè?”.
Generalmente non beviamo mai quando siamo in servizio, ma oggi possiamo fare un’eccezione. Scherziamo.
L’atmosfera di festa, si sa, avvicina le persone e annulla le barriere. Non è solo una sensazione, ma è qualcosa di palpabile ovunque: dalla tovaglia rossa, all’albero di Natale con le sue palline colorate, dai sorrisi della gente al calore umano racchiuso nel più semplice dei gesti: quello di un saluto. Una magia senza tempo che ogni anno si perpetua, capace di scaldare i cuori di grandi e piccini.
“Da mamma, è a loro che penso”, confida l’On. Gancia. “Perché saranno le nuove generazioni a pagare il prezzo più salato delle politiche sbagliate sul clima. Già oggi stiamo assistendo agli effetti del cambiamento climatico e i nostri figli e nipoti saranno, se non interveniamo, spettatori degli scenari infausti ipotizzati dalla comunità scientifica internazionale. È una bomba a orologeria pronta ad esplodere, quando la popolazione mondiale arriverà a 11 miliardi di persone e avremo un innalzamento medio del mare di almeno un metro. Questo non ci deve far pensare solo alle tante isole del Pacifico che rischiano di scomparire, questo è un problema che riguarderà tutti noi: Italia in primis. Stando agli scenari di settore, infatti, una delle zone al mondo maggiormente colpita dagli effetti del cambiamento climatico sarà appunto la fascia del Mediterraneo”.
È qualcosa su cui ci dobbiamo impegnare tutti. Nonostante ci sia ancora chi nega l’innegabile…
“Era esattamente il mio pensiero alla vigilia della conferenza delle Nazioni Unite: l’ambiente è un problema globale che si risolve tutti insieme e parlarsi è l’unica strada. Nonostante gli scetticismi, la Cop28 è stata l’occasione di mettere intorno ad un tavolo visioni diverse, paesi sviluppati ed emergenti, percorsi non sempre uguali verso la riduzione delle emissioni in cui serve gradualità, anche per non fare scelte solo ideologiche che possono creare problemi sociali o nuove dipendenze esterne che abbiamo già vissuto nella guerra energetica con la Russia. Ho toccato con mano cosa voglia dire un mondo ormai multipolare che è la realtà con cui dobbiamo confrontarci e per farlo, come ho detto, serve pragmatismo. Il dialogo non è certo facile, per assurdo è più semplice lo scontro o fare le guerre, ma non è la soluzione. Il cambiamento climatico non lo affrontiamo solo con politiche nazionali o continentali, è un problema globale perché vede, è tutto connesso e le azioni di ieri sono gli effetti di oggi, come spiega bene il principio dell’“effetto farfalla”, secondo il quale ogni decisione quotidiana e ogni piccola abitudine finiscono per produrre un grande cambiamento nel corso del tempo”.
Sta forse dicendo che abbiamo ancora qualche possibilità per invertire la rotta?
“Alla Cop28 sono stati assunti impegni concreti come quelli finanziari verso i paesi in via di sviluppo per raggiungere l’obiettivo di limitare l’incremento della temperatura globale entro 1,5°C. Inoltre la grande novità è il tema del nucleare di quarta generazione, la fonte più pulita secondo le ricerche, che pone il mondo di fronte a una grande possibilità per raggiungere i nostri obiettivi ambiziosi. Ricordo poi che, con Cop28, anche Cina e Usa sono tornati a dialogare. In questo senso parlo di neutralità. Noi non stiamo né con Washington né con Mosca, o con Pechino. Serve un’Europa più forte, libera e indipendente per portare la nostra voce con autorevolezza sui tavoli internazionali. E per quanto riguarda la leadership, sono convinta che non servono uomini forti al potere, ma istituzioni più forti e l’Unione Europea è una di queste”.
Una posizione coraggiosa che sicuramente genererà dibattito. Oltre ai risultati ottenuti, che cosa le ha lasciato nel cuore questa esperienza?
“L’incontro con tanti giovani preparati, in gamba, provenienti da tutto il mondo. Ingegneri, scienziati, studiosi anche da molti paesi emergenti che hanno portato risposte e possibili soluzioni ai problemi più stringenti. Sono loro che vanno ascoltati. Ne va della nostra sopravvivenza e di quella del pianeta, oltre che della nostra economia e della nostra salute. È ora di lasciarci alle spalle divergenze e controversie e di fare quello che è giusto”.
Suona come un bell’augurio per il nuovo anno che verrà…
“Grazie a questa conferenza internazionale ho avuto l’occasione di fare incontri di altissimo livello anche con imprenditori e tecnici che lavorano a stretto contatto con la Presidenza francese sul tema ambientale ed energetico. Credo che questa sia una grande opportunità per il nostro Piemonte, per creare nuove imprese e posti di lavoro dove la Francia può essere un partner importante, vista la sua vicinanza strategica. In conclusione, vorrei dire che questa è stata per me l’occasione soprattutto di imparare e voglio portare queste conoscenze come parlamentare in Europa per far sentire, come unica rappresentante del territorio, la voce del Piemonte a Bruxelles anche in questo settore così importante. In questo senso, guardo al 2024 con fiducia”.
L.A