Ostiglia, Opera Civica protesta: “Ignorate mozione e interpellanza”

OSTIGLIA – Polemica a Ostiglia in vista del prossimo Consiglio Comunale, convocato per il 29 aprile: una mozione e un’interpellanza presentate dall’opposizione di Opera Civica, non saranno infatti discusse. Protestano i consiglieri Marco Vignola Daniela Forapani.

“Abbiamo presentato una interpellanza e una mozione nei tempi previsti dal regolamento – spiegano -. Roba concreta, niente di rivoluzionario: giochi nuovi per i bambini, un chiosco nei giardini di via XX Settembre, la sistemazione dell’impianto sportivo di Correggioli. Due idee con un pregio raro, oggi: costano poco al Comune, perché finanziate da bandi della Regione. Eppure, non sono bastate per meritarsi spazio nella seduta consiliare del 29 aprile”.

“Si poteva pensare a un errore. O a una dimenticanza. Ma non è così. La Giunta ha deciso, scientemente, di non portarle nemmeno al tavolo del dibattito. E questo – va detto con chiarezza – è un problema che va oltre il merito delle proposte. È un problema di metodo, e di rispetto. Perché quando si impedisce a una parte eletta di portare un’idea in Consiglio, non si sta solo chiudendo la porta a una proposta: si sta negando il diritto di cittadinanza democratica a chi rappresenta una fetta della comunità. E poco importa se l’idea arriva dalla minoranza. In una Repubblica seria, anche la voce di uno solo ha diritto di essere ascoltata. Qui, invece, si preferisce il silenzio”.

“Si dice spesso che le opposizioni sono solo capaci di criticare. Ma quando cercano di proporre, si fa finta di non sentire. Forse perché il dialogo è faticoso. Forse perché, come spesso accade nei piccoli paesi, le decisioni si prendono prima, altrove, e il Consiglio serve solo per il timbro finale. Dispiace dirlo, ma Ostiglia merita di più. Merita un’amministrazione che ascolti, anche quando è scomodo. E merita una minoranza che, come oggi, non si arrende davanti al muro di gomma. Perché la democrazia, anche nei Comuni, comincia dalle piccole cose. Da un’altalena per i bambini. Da un lampione acceso su un campo sportivo. E dal diritto, semplice e sacrosanto, di discutere”.