Suzzara, un ristorante in zona uffici: l’istanza di Zanini solleva il caso

SUZZARA – L’ex consigliere comunale Guido Andrea Zanini, esponente locale del Carroccio, ha presentato al Sindaco di Suzzara una Istanza ai sensi dell’art. 50 dello Statuto comunale per chiedere chiarimenti sulla regolarità di un ristorante etnico inaugurato il 12 luglio scorso alla presenza dell’Amministrazione comunale.

“Mi sono chiesto se nello stabile che in precedenza ospitava l’impresa locale DF2000 potesse insediarsi il nuovo ristorante” racconta il referente tecnico provinciale della Lega Salvini Premier “secondo il Piano per il Governo del Territorio del Comune di Suzzara il fabbricato si trova in “Zona R2a” dove sono ammessi residenza, attività direzionale, commercio di vicinato e funzioni pubbliche, ma l’insediamento di servizi di ristorazione non risulta tra quelli ammessi”.

Spiega poi che un ristorante non è una semplice attività di commercio di vicinato, ma che è un esercizio di somministrazione di alimenti e bevande che implica un’organizzazione diversa dal mero commercio di beni e comporta l’uso di attrezzature specifiche, come cucine, tavoli, sedie, stoviglie, bevande alla spina, ecc.. diversamente dagli esercizi di vicinato che, per legge, non possono offrire servizi di somministrazione, cioè preparare e vendere cibo e bevande da consumare sul posto.

Zanini avrebbe verificato che dal Sistema Informativo Territoriale del comune risulta la presenza di una pratica edilizia per “cambio di destinazione d’uso di locale da direzionale a commerciale, con opere di manutenzione straordinaria” non ancora approvata ed interessata da interruzione dei termini, “ciò comporta che, se il Sistema informativo è aggiornato, il ristorante potrebbe esser stato realizzato ed aperto al pubblico senza il titolo edilizio” rimarca l’ex consigliere comunale.

“Al catasto stranamente risulta ancora classificato in categoria A/10 ‘Uffici e studi privati’ e quindi attualmente non sarebbe soggetto a tasse e imposte in qualità di ristorante e poiché, per ottenere l’agibilità è necessario presentare al Comune anche l’accatastamento aggiornato” espone Zanini “è lecito a questo punto chiedersi se il ristorante sia dotato di agibilità”.

“Inoltre” aggiunge il leghista “ci si domanda come si sia potuta autorizzare la vistosa canna fumaria che si erige dal tetto dell’edificio e vien da dubitare anche che sia stato condotto il dovuto esame di impatto paesistico del progetto”.

“A questo punto vien da chiedersi se siano presenti anche tutte le altre autorizzazioni previste dalla legge (ad esempio l’autorizzazione sanitaria da parte della competente ASL, l’eventuale prevenzione incendi, la eventuale licenza UTF per la vendita di alcolici dalla Agenzia delle Dogane, autorizzazioni specifiche per le insegne/vetrofanie, ecc.) e se l’Amministrazione comunale, prima di partecipare con tanto di taglio del nastro all’inaugurazione del ristorante si sia sincerata della effettiva regolarità del tutto” conclude Zanini.