Birra, il “Luppolajo” di Castel Goffredo scelto per la sperimentazione di “luppolo lombardo”

CASTEL GOFFREDO – Luppolo made in Lombardia? L’azienda agricola di Enrico Treccani, 36 anni, pioniere dell’agribirra con il marchio “Luppolajo” a Castel Goffredo, è una delle nove aziende lombarde individuate da Ersaf (l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste) per la sperimentazione di un luppolo regionale, così da arrivare a una produzione fortemente caratterizzata dal punto di vista territoriale.

La sperimentazione partirà quest’anno e dovrebbe durare fino al 2023 per approdare alla scelta di varietà di luppolo in grado di marcare una sorta di “gusto lombardo” nel boccale, attraverso una coltura sostenibile.

Nove le imprese selezionate in tutta la regione, dalla montagna alla pianura, monitorate da Ersaf e Università di Parma nella coltivazione di quattro diverse cultivar di luppolo, così da individuare e codificare profumi ed essenze, correlando la specificità ai diversi territori.

“L’avventura di Enrico Treccani racconta una storia di successo e di pragmatismo di un giovane agricoltore e la scelta di Regione Lombardia di avviare un percorso sperimentale conferma le sue qualità imprenditoriali – afferma il presidente di Paolo Carra, presidente di Coldiretti Mantova -. Come organizzazione sindacale siamo favorevoli a sperimentazioni mirate alla sostenibilità, alla tutela della biodiversità e alla valorizzazione di colture alternative in chiave tradizionale, così da assicurare un valore aggiunto legato alle produzioni di qualità”.

Treccani produce dal 2012 circa 1.000 ettolitri di birra all’anno, valorizzando anche i prodotti dell’agricoltura locale come il riso o la zucca e la scorsa estate ha affrontato le restrizioni del Covid inaugurando un agriturismo per promuovere la birra contadina a farine ottenute dai cereali coltivati sui terreni propri (schiacciatine, focacce, pani), salumi e formaggi, ortofrutta locale, carne alla griglia.