Lavoratori agricoli, nessun ristoro nel Decreto Sostegni: il 10 aprile mobilitazione in tutta Italia

MANTOVA – Nessun ristoro è previsto nel Decreto Sostegni per i lavoratori agricoli nonostante questi abbiano subito la perdita di milioni di giornate di lavoro a causa dell’emergenza covid. Per questo motivo sabato 10 aprile le organizzazioni sindacali di categoria (Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil) hanno deciso di manifestare davanti a tutte le prefetture d’Italia per chiedere risposte e soluzioni a un problema reale che ha visto precipitare la maggior parte dei lavoratori coinvolti e le loro famiglie in una situazione di totale povertà.
“A questa preoccupazione – spiega Marco Volta di Flai Cgil Mantova – si aggiunge quella relativa al riemergere, attraverso alcune dichiarazioni mezzo stampa, della tentazione di modificare, semplificandola, l’attuale normativa sui voucher in agricoltura, nonostante il contratto collettivo nazionale garantisca già tutta la flessibilità di cui necessitano le imprese“. Inoltre rimane vivo lo stallo dei rinnovi contrattuali provinciali che sta evidenziando la difficile soluzione delle trattative in tutta Italia, in particolare nel meridione.
Ecco nel dettaglio le rivendicazioni dei lavoratori e dei sindacati:

  • la garanzia per l’anno 2020, ai fini della tutela assistenziale e previdenziale, delle stesse giornate di lavoro svolte nel 2019;
  • il bonus per gli stagionali dell’agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza;
  • l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei loro consorzi;
  • tutele ai lavoratori agricoli nelle zone colpite da calamità naturali, eventi distruttivi, parassiti quali Xylella e cimice asiatica;
  • riconoscimento di una cassa integrazione stabile anche per i pescatori vista la forte riduzione dell’attività di pesca.

Oltre a questi punti, considerati essenziali, nella mobilitazione verranno anche presentate:

  • la richiesta di riconoscere la ‘clausola sulla condizionalità sociale’ nella Politica agricola comune (PAC) per fare in modo che i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali;
  • la contrarietà al tentativo di semplificare ancora di più l’uso dei voucher in agricoltura con gravi ricadute sulle tutele e i diritti dei lavoratori;
  • l’esigenza di rinnovare rapidamente i contratti provinciali, visto che le trattative sono bloccate in quasi tutti i territori.