MANTOVA – L’anomalo crollo delle temperature registrato all’alba di questa mattina in tutto il territorio provinciale, e le previsioni di ulteriori eventi nelle prossime ore, preoccupano gli agricoltori mantovani, colpiti dalle gelate notturne, che in alcuni casi hanno provocato danni, in particolare sulle pere.
Lo testimonia Andrea Costa, frutticoltore e presidente di zona di Coldiretti a Sermide e Felonica, alle prese con il gelo notturno sui peri. “La brinata è durata diverse ore – testimonia Costa – con punte fino ai tre gradi sotto zero. A essere colpite sono tutte le varietà di pere, con le piante che ormai hanno completato le fioriture e sono quindi a rischio di perdere il frutto”. Il secondo episodio in pochi giorni, che la prima volta aveva messo a dura prova gli impianti di fragole (con danni superiori all’80% per le gelate) e i meloni da poco trapiantati sotto tunnel.
Amalia Ganda, coltivatrice di frutta a Rivarolo Mantovano, attenderà alcuni giorni “per verificare le conseguenze delle gelate sugli alberi di mele e albicocche, in fase di fioritura”.
Particolarmente delicata, dalle prime segnalazioni raccolte dai tecnici di Coldiretti, la situazione dei vigneti. A Moglia le temperature per diverse ore al di sotto dello zero hanno bruciato alcune viti di Lambrusco, compromettendo parte della produzione futura. È difficile stimare i danni in questa fase – precisa Coldiretti Mantova – perché l’evidenza e la risposta della pianta saranno riscontrabili più avanti, con il procedere dello sviluppo vegetativo e l’innalzamento delle temperature.
Durante il riposo invernale – sottolinea Coldiretti Mantova – le piante sono in grado di sopportare temperature inferiori allo zero anche di diversi gradi, ma diventano particolarmente sensibili in fase di fioritura o dopo aver emesso le nuove gemme e foglioline. In queste condizioni, gli sbalzi termici rischiano di compromettere la produzione dei frutti e il raccolto finale.
Con questa primavera sotto zero, una porzione di territorio si trova ancora una volta ad affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici – spiega Coldiretti Mantova – e la tendenza alla tropicalizzazione e al moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali, manifestazioni violente, precipitazioni brevi e intense e repentini cambi di temperatura.
A livello nazionale, Coldiretti stima perdite per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture delle campagne a causa di maltempo, allagamenti, frane e smottamenti.
Il contrasto alla siccità. Accanto al fenomeno delle gelate notturne di questi ultimi giorni, gli agricoltori della provincia sono alle prese con la siccità. Le poche gocce cadute in queste ultime ore sono insufficienti a raggiungere le falde e a restituire vigore a colture in sofferenza come i cereali autunno vernini, ai nuovi impianti di erba medica, ai vigneti e ai frutteti, questi ultimi colpiti dal ritorno del gelo artico.
Il fiume Po, ha ricordato nei giorni scorso Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale delle bonifiche italiane, in questa fase ha un regime che “può definirsi torrentizio, molto diverso rispetto ai grandi fiumi europei”. Lo ha confermato la “magra invernale”, che quest’anno si è manifestata tardivamente, lasciando allo scoperto grandi spiagge nel letto del fiume.
Per la gestione smart delle risorse idriche gli agricoltori mantovani hanno investito oltre 2 milioni di euro negli ultimi 12 mesi. È quanto afferma Coldiretti Mantova sulla base dei risultati legati ai bandi regionali sull’innovazione e sulle azioni messe in campo per contrastare i principali fenomeni legati ai cambiamenti climatici, coi quali devono fare i conti anche le aziende agricole del territorio.
Siccità, piogge tropicali, gelate fuori stagioni, innalzamenti improvvisi delle temperature con “estati” anticipate all’inizio della primavera – rileva Coldiretti Mantova – hanno conseguenze anche sulle coltivazioni in campo.
Gli investimenti. Sara Cappellari, allevatrice di Medole con 400 bovine a indirizzo lattiero, sta ultimando la realizzazione di un impianto hi-tech per l’irrigazione e la fert-irrigazione attraverso un sistema pivot, alimentato da energia fotovoltaica. “Un investimento – racconta – di circa 200mila euro, in parte finanziati da Regione Lombardia attraverso il Programma di sviluppo rurale, che ci permetterà di ottimizzare le risorse idriche e di tagliare completamente l’uso del gasolio agricolo, essendo la struttura connessa alle energie verdi prodotte in azienda”.
Paolo Garonzi, agricoltore con otto ettari a pesche e kiwi a Roverbella, investirà circa 40mila euro in un impianto irrigazione e fertirrigazione con micro-irrigatori, ala gocciolante e impianto “micro-jet”, così da razionalizzare l’utilizzo delle acque e proteggere il frutteto in caso di gelate.