MANTOVA – “La nuova Politica agricola comune, che si sta definendo in queste settimane, inciderà sulla vita e sui redditi degli agricoltori per i prossimi 10 anni. Come imprenditori dobbiamo difenderci dalle fake news, ma non dobbiamo nutrire pregiudizi verso le posizioni dei cittadini e dei consumatori, che richiedono maggiore qualità delle produzioni, più attenzione all’ambiente e al benessere animale: la sostenibilità non è nemica del reddito, ma uno strumento per garantire competitività in un settore sempre più globalizzato”. È la riflessione di Paolo Carla, presidente di Coldiretti Mantova, in occasione del primo approfondimento delle politiche comunitarie tra Riforma della Pac 2023-2027, Green Deal e Next Generation Eu, introdotto dal direttore Erminia Comencini quale “strumento di formazione e informazione per tutti gli agricoltori da parte di Coldiretti Mantova”.
Questa sera, sempre alle 20:30 sulla pagina Facebook di Coldiretti Mantova, la seconda diretta di approfondimento delle strategie Farm to Fork, mercati e biologico, con relatori Cecilia Dardes e Paolo Di Stefano dell’ufficio di Bruxelles di Coldiretti.
“La sfida della riforma della Politica agricola comune, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2023 -ha ricordato Paolo Magaraggia di Coldiretti Bruxelles – è quella di armonizzare gli obiettivi di produzione, competitività e qualità delle produzioni con gli altrettanto ambiziosi obiettivi climatici e ambientali contenuti nel Green Deal”.
Un accordo definitivo sulla Pac tra Commissione, Parlamento e Consiglio Ue dovrebbe essere raggiunto entro il prossimo giugno. I nodi da sciogliere sono ancora molti e vanno dal peso degli eco-schemi, nuovi parametri climatici e ambientali da rispettare, alla definizione di agricoltore attivo, dal sostegno ai giovani al capping, il tetto agli aiuti che il Consiglio vorrebbe come volontario e il Parlamento Ue come obbligatorio.
“Successivamente – ha precisato Magaraggia – l’Italia dovrà presentare entro dicembre il piano strategico nazionale, che sarà vagliato e approvato dalla Commissione europea a partire dal gennaio 2022”.
“Gli strumenti della Pac – ha spiegato il professor Angelo Frascarelli, economista agrario dell’Università di Perugia – si articoleranno ancora in pagamenti diretti, misure di mercato sviluppo rurale. Ma i pagamenti diretti avranno una diversa articolazione, con particolare attenzione ai regimi per il clima e l’ambiente, il sostegno al reddito di base, un sostegno redistribuivo, oltre al pagamento accoppiato, il sostegno ai giovani agricoltori e il regime previsto per i piccoli agricoltori”.
Vi sarà, inoltre, maggiore discrezionalità per gli Stati membri, che porteranno a ricalcolare i nuovi titoli della Pac con l’avvio della riforma nel 2023 e che dovranno attivare, quale sostegno per clima e ambiente, i cosiddetti regimi ecologici. “Due le possibilità – ha specificato il prof. Frascarelli -. O un pagamento annuale per ettaro in aggiunta al sostegno di base al reddito oppure con la formula di pagamenti compensativi dei costi supplementari sostenuti e del mancato guadagno”.
Ancora oggi vi sono posizioni divergenti fra Consiglio e Parlamento europeo, che dovranno essere armonizzate. Ad esempio sul sostegno minimo ai giovani agricoltori (non inferiore al 2% per il Consiglio, non al di sotto del 4% per il Parlamento Ue), sulla definizione di agricoltore attivo, sul tetto agli aiuti (il cosiddetto capping), volontario per il Consiglio, obbligatorio per l’Europarlamento.
Cosa accadrà, invece, nel biennio 2021-2022? Il convegno digitale di Coldiretti Mantova ha tracciato una panoramica completa. Innanzitutto, sono prorogati i titoli dell’attuale Pac. A causa del Covid e della conseguente crisi economica, lo scorso luglio è stato raggiunto un accordo per una dotazione complessiva di 1.824,3 miliardi di euro a sostegno di tutte le politiche comunitarie, fra le quali anche quella agricola.
Attraverso lo specifico strumento di ripresa Next Generation Eu sono state accordate sovvenzioni in agricoltura pari a 8,1 miliardi a prezzi correnti, dei quali 911 milioni destinati all’Italia nel biennio 2021-2022. “Per questo nelle misure di sviluppo rurale saranno disponibili in questi due anni maggiori fondi per gli agricoltori”, ha indicato il prof. Frascarelli.