(Adnkronos) – “Abbiamo bisogno di alleanze vere: scuola, famiglia, formazione, prevenzione. Sono questi i motori per attenuare la domanda di salute”, ha dichiarato Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute che ha fatto anche un plauso all’innovazione farmacologica, intervenendo al convegno “Oncologia del futuro: centrata sul paziente”, promosso dall’Osservatorio Sanità e Salute con il patrocinio di Aiom e Cittadinanzattiva. Coordinato da Stefano Vella, professore di Metodologia della ricerca clinica presso l’università degli studi di Roma “Tor Vergata”, l’evento ha esplorato i recenti successi della ricerca oncologica, focalizzandosi sulle nuove frontiere dell’oncologia di precisione. Dall’anticipare trattamenti innovativi in stadi precoci a considerare le esigenze di popolazioni specifiche, come i pazienti con malattia metastatica, fino ai pazienti più fragili e anziani.
“La prevenzione è al primo posto dell’antologia centrata sul paziente – ha continuato Anna Lisa Mandorino della segretaria generale di Citaddinanzattiva – . Una oncologia che guarda al futuro è un’oncologia che previene la condizione di malattia. Questa è una cosa già possibile ora con gli strumenti che abbiamo a disposizione tra cui gli screening. In Scozia si è debellata una tipologia di tumore proprio con l’esercizio massiccio della prevenzione. L’oncologia del Futuro guarda anche alla possibilità sempre più estesa che con una patologia oncologica si possa convivere, perché la patologia oncologica raggiunge un livello di cronicizzazione, o l’auspicio per tutti che dalla patologia oncologica si possa guarire.”
Il costante progresso nell’ambito delle tecnologie mediche ha aperto nuove vie per la comprensione e la gestione dei tumori. L’applicazione di metodologie all’avanguardia nella diagnosi precoce e nei trattamenti personalizzati ha dato vita a un approccio sempre più mirato ed efficace: dall’anticipare trattamenti innovativi in stadi precoci a considerare le esigenze di popolazioni specifiche, come i pazienti con malattia metastatica, fino ai pazienti più fragili e anziani.
“C’è bisogno di un’accelerazione per l’ammissione dei farmaci che rappresentano una svolta nella cura -” ha aggiunto Mauro Biffoni dell’Istituto superiore di sanità. Stiamo lavorando su target molecolari. Abbiamo avuto dei modelli di approvazione più veloci e l’ammissione a terapie che, con l’ulteriore messa in campo, possono trovare un affinamento nell’applicazione”. Ogni neoplasia è diversa così come ogni paziente. “Esistono approcci che preparano all’intervento chirurgico come lo accompagnano per la fase successiva – così Paolo Bironzo dell’università degli studi di Torino -. La medicina di precisione vede nel tumore alla mammella il primo grande approccio. Esistono marcatori di nuova generazione in grado di ritardare o scongiurare la recidiva”.
Ma anche le terapie basate su anticorpi monoclonali hanno fatto segnare grandi passi avanti “Conosciuti come la pallottola che riesce ad eliminare il tumore in undici anni – ha spiegato Lucia Del Mastro, università degli studi di Genova – hanno fatto segnare grandi passi avanti nella lotta al cancro. La mortalità ridotta, specialmente per il tumore alla mammella, è un fatto indiscutibile”. E nuove terapie si registrano anche per leucemie, linfomi e mielomi. “Si tratta di patologie che spesso colpiscono gli anziani. Il primo progresso in oncologia è stato quello di fare una polichemioterapia – ha chiarito Fabrizio Pane dell’università degli studi “Federico II” di Napoli. Una terapia a base di farmaci che ha dimostrato la possibilità di combinare varie formulazioni con risultati convincenti, permettendo di guarire dal cancro senza chirurgia. Ora siamo nell’era genomica della terapia. La curva che indica la mortalità per tumore è aumentata dal 1969 a causa dell’invecchiamento medio. Ha toccato l’apice nel 1985 fino a scendere gradualmente”, ha concluso.