#afiancodelcoraggio, premio per narrare ‘al maschile’ vissuto donne malate

Racconti che parlano di donne, ma scritti da uomini. Partner, amici, fratelli, padri o figli che vivono al fianco di donne che affrontano una malattia e sono testimoni diretti e narratori del loro coraggio e della loro forza. Sono le storie di #afiancodelcoraggio, il premio letterario, ideato e promosso da Roche, con l’intento di dare sostegno e valore ai caregiver maschili che accompagnano una donna nel percorso di cura. La quinta edizione del concorso, dedicata – come la precedente – alle donne che convivono con una malattia oncologica e onco-ematologica, è stata presentata ieri sera a Roma, presso il Chiostro del Commendatore. 

Nel 2022 – riferisce una nota – il premio si avvale della nuova partnership con Fondazione Anica Academy, l’alta scuola di specializzazione in cinema, audiovisivo e media entertainment. I giovani allievi del corso “Creare Storie”, come parte del loro project work finale, dovranno sviluppare tre soggetti ispirati ai racconti finalisti da sottoporre alla Giuria del Premio #afiancodelcoraggio che decreterà il vincitore da far diventare un cortometraggio/spot. Un contest nel contest che potrà essere seguito sui social e sul sito del Premio. Lo spot andrà in onda sulle reti Mediaset – Iris e La 5 – e nei circuiti cinematografici partner dell’iniziativa (Circuito Cinema, Massimo Ferrero Cinemas e The Space). 

In occasione dell’evento, alla presenza della Giuria – presieduta da Gianni Letta e composta da Marco Belardi, Saverio Cinieri, Angela Coarelli, Marco Costa, Sergio Del Prete, Elisabetta Iannelli, Giovanni Parapini, Enrico Vanzina ed Emanuela Zocaro – è stato anche presentato in anteprima “Il cane Yago”, lo spot tratto dal racconto vincitore di #afiancodelcoraggio 2019-2020, interpretato da Giulio Corso e Federica De Benedittis, con la regia di Alessandro Guida. 

In Italia oltre 3 mln 600mila persone, il 5,7% circa della popolazione – ricorda la nota – convivono con una diagnosi di tumore. Nel corso del 2020 si sono registrati circa 377mila nuovi casi, dei quali circa 182mila hanno riguardato persone di sesso femminile. I progressi nella ricerca e delle terapie hanno aumentato la sopravvivenza media, ormai raggiunta a 5 anni dal 59,4% degli uomini e dal 65% delle donne. Numeri che confermano la rilevanza non solo epidemiologica ma anche sociale dei tumori, accresciuta quando a essere colpita dalla malattia è una donna, spesso architrave e punto di riferimento in ambito familiare e sociale. 

Ma qual è l’impatto di questa esperienza dal punto di vista del caregiver maschile? Per raccontarlo, la prossima edizione di #afiancodelcoraggio continuerà a dare voce agli uomini che si prendono cura di una donna con tumore, invitati a condividere la loro storia attraverso il sito web www.afiancodelcoraggio.it entro il 28 febbraio 2022. Dal 1° marzo al 1° aprile 2022 accedendo al sito il pubblico potrà esprimere la propria preferenza attribuendo un like a una storia. I tre racconti che avranno raccolto il maggior numero di like saranno al centro del project work nell’ambito del corso di scrittura per giovani sceneggiatori “Creare Storie” a cura di Fondazione Anica Academy che avrà l’obiettivo di sviluppare 3 soggetti, valutati dalla Giuria per individuare quello destinato a diventare un cortometraggio/spot. 

“Il premio #afiancodelcoraggio è un premio giovane che fin dagli esordi ha avuto l’ambizione di voler cambiare la lente attraverso cui guardare all’esperienza della malattia, raccogliendo il punto di vista inusuale di uomini, papà, compagni, mariti, figli, amici che sono a fianco del coraggio di donne con malattia oncologica”, ha detto Maurizio de Cicco, Presidente e Amministratore Delegato Roche Italia. “In un contesto mutato e reso ancora più drammatico dalla pandemia, dare voce a storie di speranza e di sorprendente normalità, a sentimenti profondi e quotidiani come la gioia, la paura, il dolore, la rabbia – conclude – diventa una responsabilità sociale verso quella che è la nostra storia collettiva come comunità”. 

“Anno dopo anno il premio #afiancodelcoraggio si consolida come iniziativa di altissimo valore sociale in quanto concentra l’attenzione sugli uomini che assistono con coraggio una donna durante il difficile percorso di cura, ma anche perché porta alla luce lo scenario spesso invisibile in cui si muove chi affronta una malattia, in questo caso migliaia di pazienti oncologici e le persone a loro vicine”, ha affermato Gianni Letta, presidente della Giuria. “Presiedere la giuria di questo Premio, oltre che un onore e un privilegio, è per me uno straordinario punto di osservazione che mi mette in contatto con le risorse di dedizione, coraggio, responsabilità diffuse nel nostro Paese, per lo più nascoste e silenziose, ma determinanti per assicurare a tanti cittadini una vita degna anche nella fragilità della malattia”. 

“Siamo molto felici e onorati, come Fondazione Anica Academy, di essere partner dell’iniziativa #afiancodelcoraggio. Un’iniziativa che si impegna di anno in anno a veicolare un messaggio di alto valore sociale e culturale”, ha affermato Francesco Rutelli, presidente Anica Academy. “Il cancro non colpisce solo la persona che si ammala e che vive sulla propria pelle la malattia, ma travolge e sconvolge la vita di tutta la famiglia – afferma Elisabetta Iannelli, avvocato e segretario generale Favo – in particolare quella di chi assiste la persona malata, il caregiver che può essere il marito, il compagno, ma anche il padre o un figlio o un fratello. La V edizione del progetto #afiancodelcoraggio di Roche afferma ancora una volta la necessità di mettere in luce il prezioso ed insostituibile ruolo ed impegno del caregiver”.  

“Ail sposa appieno il progetto di Roche #afiancodelcoraggio, pienamente in linea con la mission e gli obiettivi della nostra organizzazione – dichiara Emanuela Zocaro, responsabile ufficio stampa Ail e portavoce di presidenza – da oltre 50 anni la nostra associazione è sempre a fianco dei pazienti ematologici e dei loro familiari. Sappiamo bene quanto sia importante per un paziente colpito da un tumore avere accanto una persona cara. La figura maschile che affianca la donna malata assume, in questo caso, un immenso valore e significato, un bene prezioso insostituibile tanto più che nel comune sentire gli uomini sono avvertiti come non in grado di accudire e assistere una paziente con tumore, figure di secondo piano, sempre dietro le quinte nei momenti più difficili. Non è così”.  

(Adnkronos)