(Adnkronos) – L’83% degli italiani non ha mai sentito parlare della strategia globale One Health, ma più di 7 su 10 ritiene che il benessere di esseri umani, animali, piante e ambiente sia interdipendente. Sono i risultati di un’indagine diffusa oggi, in occasione della messa online di ‘One Health Project’, sito promosso dall’Esg Culture Lab di Eikon Strategic Consulting e Healthware Group con il supporto incondizionato di Fondazione Msd, che mira a coinvolgere l’opinione pubblica nella trasformazione della salute delineata dalla One Health, l’approccio che riconosce interdipendente la salute degli esseri umani, degli animali, delle piante e dell’ambiente.
Il precorso innovativo – spiega una nota congiunta – è partito con una survey nazionale che ha esplorato le rappresentazioni collettive sul rapporto tra umani, animali, piante e ambiente. L’indagine – svolta nel mese di marzo 2023 con metodo Cawi – ha coinvolto mille persone, un campione rappresentativo di popolazione italiana per genere, età e area geografica. Dalla survey emerge che solo il 17% degli intervistati ha sentito parlare di One Health prima dell’indagine. I risultati tuttavia rivelano una grande diffusione della visione di interconnessione tra esseri umani, animali, piante e ambiente: per il 75% sono strettamente dipendenti. Questa visione è accompagnata da una forte assunzione di responsabilità soggettiva: il 62% degli intervistati si sente investito in prima persona dell’impegno in questo approccio sistemico. Per il 26% è una priorità della politica e solo l’11% ritiene che sia un problema della scienza.
“Crediamo molto in questo percorso distintivo per il valore e l’attualità del tema, ma soprattutto perché coinvolge le Persone, attori chiave del cambiamento – dichiara Goffredo Freddi, direttore della Fondazione Msd – Con il One Health Project vogliamo, in un’ottica di partenership pubblico privato, dare un contributo tangibile alla sensibilizzazione su temi chiave di salute pubblica, accendendo i riflettori sul valore fondamentale della prevenzione per un futuro migliore e in buona salute e sul potere dell’engagement diretto della popolazione nella trasformazione sostenibile dei prossimi anni”.
Il programma One Health Project proseguirà ad aprile e maggio 2023 con 3 webinar gratuiti con gli esperti italiani di One Health, che saranno aperti a cittadini, università, associazioni di pazienti, media, organizzazioni pubbliche e private. La survey, tutte le informazioni, il calendario e l’iscrizione ai webinar sono disponibili sul sito web dedicato One Health Project. Compilando la survey online, ogni partecipante riceverà la fotografia del suo profilo in relazione alla One Health – umanista, animalista, naturalista, astronauta – e una scheda informativa con indicazioni su come poter contribuire concretamente alla One Health attraverso 7 categorie: educazione, salute degli animali domestici, selvatici, alimentazione, scelta delle cure, ricerca e comunità.
In base ai risultati dell’indagine – si evidenzia nella nota – l’Italia sembra essere un terreno molto fertile per seminare un nuovo approccio sistemico e collaborativo che valorizzi la One Health come nuova visione e strategia di un futuro sostenibile. Nello stesso tempo è molto importante aumentare la conoscenza dell’attuale impegno scientifico, fortemente sottovalutato dal campione, che però riconosce in questa strategia globale l’occasione da non perdere, per un’importante trasformazione valoriale che mitighi gli impatti negativi delle componenti più distruttive dell’agire umano. Gli intervistati sembrano disponibili per questo a impegnarsi in obiettivi specifici.
Nonostante la fiducia attribuita all’approccio One Health – emerge ancora dall’indagine – la pandemia da coronavirus ha lasciato un segno, rafforzando la percezione negativa dell’agire umano. Per il 40% degli intervistati, le mutate condizioni ambientali influenzano sempre più la nascita di nuove malattie che non si riesce a contrastare sufficientemente con nuove cure. Preoccupano sia la salute degli animali che la deforestazione. Le risposte fanno emergere l’importanza attribuita non solo a un’azione collettiva, ma anche al contributo di ognuno. La quasi totalità del campione conferma di volersi impegnare a cambiare il proprio stile di vita per il miglioramento della salute di tutti, con un 31% che è disposto anche a cambiamenti radicali per la salute di piante e ambiente.