Arriva in Italia Idorsia, la missione è innovare il trattamento farmacologico dell’insonnia

(Adnkronos) – Arriva in Italia Idorsia, una start-up biofarmaceutica svizzera, leader nella ricerca e sviluppo di small molecules. Nata nel 2017 da una scissione della ricerca e sviluppo di Actelion, Idorsia vanta un team di ricerca che ha lavorato insieme per oltre 20 anni, dando vita a una pipeline diversificata di 11 farmaci, di cui 6 già in fase avanzata di sviluppo. La prima importante innovazione portata da Idorsia riguarda l’insonnia, vera e propria patologia che interessa una persona su 10, grazie a un farmaco di prossima immissione in commercio basato su un innovativo meccanismo d’azione. Proprio per questo l’occasione del lancio di Idorsia in Italia è la 16esima edizione dello World Sleep Congress, che quest’anno si tiene a Roma con la partecipazione di oltre 2.000 esperti internazionali del sonno. 

“Idorsia è nata con l’intento di volere di più: vuole ridisegnare l’orizzonte delle opzioni terapeutiche laddove mancano e fare la differenza nella vita dei pazienti – dichiara Martine Clozel, Executive Vice President and Chief Scientific Officer Idorsia – Noi mettiamo al centro della nostra ricerca il paziente al quale vogliamo dare più opportunità di cura con terapie pionieristiche. Idorsia ha un’esperienza ultraventennale nella scoperta di farmaci basati sulla chimica organica, un team di oltre 1.200 professionisti altamente qualificati. Siamo specializzati nella scoperta e sviluppo di small molecules e crediamo che i nostri prodotti abbiano il potenziale di cambiare la vita di milioni di persone. Siamo determinati e uniti per sfruttare al meglio il potere della nostra passione”. 

“Idorsia vuole trasferire in Italia il frutto di oltre 20 anni di ricerca in chimica organica, un patrimonio che ha permesso all’azienda di seguire la scienza, non il mercato – afferma Francesco Scopesi, General Manager Idorsia Italia – La nostra attività in Italia sarà quella di rendere disponibili per i pazienti nuove e innovative opzioni terapeutiche per patologie nelle quali esistono ancora bisogni clinici insoddisfatti. I nostri studi clinici e le nostre soluzioni terapeutiche sono disegnati tenendo conto di cosa è importante per il paziente”. 

Idorsia intende “fare di più” per i pazienti, non solo attraverso nuove molecole, ma anche supportando il medico nella costruzione di una nuova relazione con il paziente basata sull’empowerment e su una maggiore consapevolezza della malattia. Un esempio di questo approccio è la sfida che Idorsia vuole intraprendere per cambiare il modo di vedere e affrontare l’insonnia.  

L’insonnia, il più comune disturbo del ritmo sonno-veglia, è una vera e propria patologia che ha un impatto sulla quotidianità del paziente. “L’insonnia è una patologia delle 24 ore: non è soltanto un problema notturno, strettamente legato all’addormentamento e al mantenimento del sonno, ma anche diurno, in rapporto alle conseguenze che crea al paziente – sottolinea Luigi Ferini Strambi, professore ordinario di neurologia all’università Vita-Salute di Milano e direttore del Centro di medicina del sonno Irccs ospedale San Raffaele di Milano – Bisogna ricordare che l’impatto negativo sul funzionamento diurno è fondamentale proprio per la stessa diagnosi di insonnia: cattivo umore, stanchezza, disturbi di attenzione e memoria. L’insonnia comporta un aumentato rischio di incidenti stradali, cadute, errori e incidenti sul lavoro. Chi dorme poco e male non ha i livelli di attenzione e vigilanza adeguati. Non ha la capacità di operare adeguate scelte e decisioni. Il peso socio-economico dell’insonnia è altissimo, solo in Europa è pari a 50 miliardi di euro”. 

Tra le molecole in fase avanzata di sviluppo vi è un doppio antagonista dei recettori dell’orexina che ha di recente ricevuto il parere positivo del Comitato per i medicinali ad uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea del farmaco Ema per l’uso nell’Unione europea in pazienti adulti con insonnia cronica e una compromissione della funzionalità diurna. Si tratta della prima molecola di questa classe a ricevere il parere positivo in Europa, supportato da solidi studi registrativi di fase III recentemente pubblicati su ‘The Lancet Neurology’. 

(Adnkronos)