(Adnkronos) – La nuova categoria di farmaci che ha come target i mediatori di infiammazione epiteliale bronchiale gioca un ruolo fondamentale nel trattamento dell’asma, in quanto “agire a questo livello significa bloccare la reazione all’inizio, colmando un vuoto nella disponibilità di farmaci e anche un bisogno di questi pazienti con asma grave”. Lo ha sottolineato Fulvio Braido, direttore della Clinica di Malattie respiratorie e Allergologia dell’università degli Studi di Genova, in occasione del Congresso internazionale della European Respiratory Society (Ers), che si è svolto a Milano.
“L’epitelio – spiega Braido – è la membrana che riveste la superficie interna dei nostri bronchi, quindi è il punto di contatto tra il nostro organismo e l’ambiente. Ogni insulto che arriva dall’esterno, come un’allergia, un virus o l’inquinamento, si viene a scontrare con l’epitelio che rappresenta un sistema di difesa, capace di riconoscere i vari tipi di molecole, ma è anche predisposto in modo tale che, qualora l’insulto superi la capacità di difesa della barriera meccanica, sia in grado di innescare una serie di risposte di tipo immunologico, cioè richiamare delle cellule che possano ostacolare, limitare o eliminare questo insulto. Conoscere questa tipologia di insulti permette di conoscere la risposta dell’organismo, di individuare la via maggiormente in causa e soprattutto di mettere in atto il tipo di trattamento più adeguato”.
“Molte popolazioni o sottopopolazioni di pazienti affetti da asma grave – evidenzia Braido – non hanno una risposta adeguata nei confronti di determinati trattamenti, ma possono trovare una risposta adeguata con una specifica terapia”. Ci sono dei pazienti, precisa l’esperto, “in cui questo tipo di infiammazione, chiamata T2, è attivata, ma dove i marker di infiammazione non sono così presenti, quindi non si riesce a distinguere quale sia maggiormente in causa nell’indurre la patologia e i sintomi. Di conseguenza, l’approccio con farmaci che consentono di bloccare più vie, invece di andare in modo periferico a bloccarne solo una, può consentire di ottenere dei risultati decisamente importanti”.
Sono necessari ulteriori studi per l’impiego di farmaci in grado di ridurre “la riacutizzazione, evento decisamente importante nella storia naturale del paziente asmatico – rimarca Braido – Un dato aggiuntivo e rilevante è quello menzionato sull’iperreattività bronchiale, vale a dire quando i bronchi del soggetto asmatico hanno la tendenza a reagire in modo esagerato a degli insulti esterni, che possono essere specifici come l’allergene o aspecifici, come ad esempio l’inquinamento, il virus o altro. La capacità di interagire con questo meccanismo e ridurre la realtà delle attività del bronco è un elemento che ci mancava nel bagaglio terapeutico di cui disponiamo e questo – conclude lo specialista – è decisamente un’innovazione”.