(Adnkronos) – “In Italia le infezioni del sito chirurgico che riguardano gli interventi in elezione variano dal 5 al 10%. In chirurgia d’urgenza, la percentuale dei casi sale anche fino a circa il 20%, fondamentalmente per l’impossibilità di una appropriata preparazione del paziente. Quello delle infezioni del sito chirurgico è un problema che riguarda non solo i pazienti, ma anche il Sistema Sanitario perché, a causa del prolungamento dei giorni di ricovero in ospedale, i costi aumentano”. Questo il commento di Francesco Basile, Presidente SIC – Società Italiana di Chirurgia in occasione dell’avvio della campagna ‘Punti di Differenza’, promossa da Johnson & Johnson MedTech Italia per sensibilizzare i cittadini sul tema della prevenzione delle infezioni del sito chirurgico.
“Oltre a motivi tecnici che attengono più a un tema di misure intra-operatorie – prosegue il presidente – vi sono poi fattori correlati alla fase di preparazione e decorso post-operatorio. Per prevenire il rischio delle infezioni del sito chirurgico, è raccomandabile che il paziente comunichi al medico, al momento del pre-ricovero, tutte le informazioni cliniche che lo riguardano, per esempio se ha contratto una patologia da deficit del sistema immunitario, o se ha altre patologie concomitanti o, ancora, se assume farmaci che potrebbero interferire con il decorso post-operatorio aumentando il rischio di infezione”.
“Anche la cura per l’igiene personale è fondamentale per prevenire le infezioni del sito chirurgico, sia in fase di preparazione dell’operazione, tenendo più pulita possibile la superficie da operare, sia nel decorso, con la cura della medicazione del sito che deve essere effettuata sempre attenendosi alle indicazioni ricevute in fase di dimissione/visita dal team ospedaliero”, osserva Basile.