(Adnkronos) – “I farmaci biologici hanno drammaticamente cambiato la gestione della patologia asmatica, soprattutto nelle forme più gravi di malattia, che fino a qualche anno fa potevano essere gestite solo con l’utilizzo di corticosteroidi per via sistemica, con i noti effetti collaterali correlati”. I trattamenti biologici “hanno offerto una soluzione di medicina personalizzata, sono risultati estremamente efficaci e sicuri e hanno permesso non solo di ambire a un miglioramento della funzionalità respiratoria e a un completo controllo dei sintomi, ma anche di puntare a un obiettivo estremamente ambizioso, che è quello della remissione”. Così, Matteo Bonini, professore associato di Malattie dell’apparato respiratorio del Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma, all’edizione 2023 del Congresso internazionale della European Respiratory Society (Ers) che si è svolto a Milano.
Sul concetto di remissione, “al momento – precisa l’esperto – non c’è un accordo unanime” nella comunità scientifica. “Alcuni parlano di una remissione clinica come ‘non utilizzo di steroidi, non riacutizzazione e controllo dei sintomi’ e altri di una ‘remissione completa’, aggiungendo anche il concetto di funzionalità respiratoria. Abbiamo dati interessanti di natura retrospettiva. Per esempio – spiega Bonini – su benralizumab” i dati mostrano che “soggetti trattati con questo farmaco biologico vanno incontro a remissione in un terzo dei casi, e che mantengono questo stato di remissione per un periodo estremamente lungo, pari a 2 anni, nei tre quarti” dei casi. Una quota di soggetti, inoltre, “pur non mostrando uno stato di remissione dopo i primi 12 mesi, la sviluppa nel tempo” e questo ci dovrebbe suggerire che “probabilmente, nello studiare questo endopoint dovremmo aspettare anche dei periodi di valutazione più lunghi”.
Attualmente “questi dati – sottolinea Bonini – andrebbero confermati da studi prospettici disegnati ad hoc su questo endpoint. In tal senso, il mondo scientifico internazionale, e anche italiano, si sta attivando”. A livello nazionale ci sono delle “iniziative coordinate dalle società italiane del sistema respiratorio, di allergologia e immunologia clinica, che – chiarisce l’esperto – tramite dei network nazionali come il Sani”, Severe Asthma Network Italy, puntano a “definire meglio il concetto di remissione e ad avere dati ancor più rassicuranti che possono rappresentare un nuovo obiettivo estremamente ambizioso per i pazienti affetti da asma grave”.