L’Italia ha registrato la più alta mortalità ‘per caldo’ in Europa durante la stagione estiva 2022. Nel Vecchio continente tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022 si stimano 61.672, di cui 18.010 nel nostro Paese, che ha registrato 2,28º C in più rispetto alla media storica. Lo Stivale è stato anche il Paese più colpito in termini di popolazione, con 295 decessi dovuti al caldo per milione, ben al di sopra della media europea, stimata in 114 decessi per milione. Lo indica uno studio condotto dall’Istituto di Barcellona per la salute globale (ISGlobal), in collaborazione con l’Istituto nazionale della salute francese (Inserm), e pubblicato oggi su Nature Medicine. L’analisi epidemiologica indica anche una maggiore vulnerabilità femminile: si stima, infatti, che il 63% in più di donne rispetto agli uomini sia morto a causa del caldo, con l’incidenza più alta nella regione mediterranea.
Il rapporto sottolinea come l’estate scorsa sia stata la più calda mai registrata in Europa ed è stata caratterizzata da un’intensa serie di ondate di calore, siccità e incendi boschivi da record. Mentre Eurostat, l’ufficio statistico europeo, aveva già segnalato un eccesso di mortalità insolitamente elevato per quelle date, finora non era stata quantificata la parte di mortalità attribuibile al caldo. Ora il team di ricerca franco- spagnolo ha analizzato i dati sulla temperatura e sulla mortalità per il periodo 2015-2022 per 823 regioni in 35 Paesi europei, la cui popolazione totale rappresenta più di 543 milioni di persone.
Questi dati sono stati utilizzati per stimare i modelli epidemiologici e prevedere la mortalità attribuibile alla temperatura per ogni regione e settimana del periodo estivo. I numeri dello scorso anno evidenziano come le anomalie di temperatura più elevate sono state registrate durante il mese più caldo, da metà luglio a metà agosto. Questa coincidenza ha amplificato, secondo i ricercatori, la mortalità legata al caldo, causando 38.881 decessi tra l’11 luglio e il 14 agosto. In questo periodo di poco più di un mese si è verificata un’intensa ondata di calore paneuropea tra il 18 e il 24 luglio, alla quale sono stati attribuiti in totale 11.637 decessi.
In termini assoluti, ribadiscono i ricercatori, il Paese con il maggior numero di decessi attribuibili al caldo durante l’intera estate del 2022 è stato l’Italia, con un totale di 18.010 morti, seguito da Spagna (11.324) e Germania (8.173). Anche rispetto al tasso di mortalità ‘da caldo’, il primo Paese è l’Italia (295 decessi per milione), seguita da Grecia (280), Spagna (237) e Portogallo (211). La media europea è stata stimata in 114 morti per milione. Guardando solo alle anomalie di temperatura, il Paese con il valore più caldo è la Francia, con +2,43° C sopra i valori medi per il periodo 1991-2020, seguita da Svizzera (+2,30°C), Italia (+2,28°C), Ungheria (+2,13°C) e Spagna (+2,11°C).
Lo studio ha mostrato un aumento molto marcato della mortalità nelle fasce di età più avanzate, e soprattutto nelle donne. Si stima che ci siano stati 4.822 decessi tra i minori di 65 anni, 9.226 decessi tra le persone di età compresa tra 65 e 79 anni e 36.848 decessi tra le persone di età superiore a 79 anni. In termini di analisi di genere, i dati mostrano che la mortalità attribuibile al caldo è stata del 63% più alta nelle donne che negli uomini, con un totale di 35.406 morti premature (145 morti per milione), rispetto ai 21.667 morti stimati negli uomini (93 morti per milione). Questa maggiore vulnerabilità delle donne al caldo si osserva nella popolazione nel suo complesso e, soprattutto, nelle persone di età superiore agli 80 anni, dove il tasso di mortalità è del 27% superiore a quello degli uomini. Al contrario, il tasso di mortalità maschile è superiore del 41% nelle persone di età inferiore ai 65 anni e del 13% in quelle di età compresa tra i 65 e i 79 anni.
A oggi, la più alta mortalità estiva in Europa è stata registrata nel 2003, quando si sono avuti oltre 70.000 decessi in eccesso. “L’estate del 2003 è stata un fenomeno eccezionalmente raro, anche tenendo conto del riscaldamento antropogenico osservato fino a quel momento. Questa eccezionalità ha evidenziato la mancanza di piani di prevenzione e la fragilità dei sistemi sanitari nell’affrontare le emergenze legate al clima, cosa che è stata in parte affrontata negli anni successivi”, spiega Joan Ballester Claramunt, primo autore dello studio e ricercatore presso ISGlobal, titolare di una borsa di studio del Consiglio europeo della ricerca. “Al contrario, le temperature registrate nell’estate del 2022 non possono essere considerate eccezionali, nel senso che si sarebbero potute prevedere seguendo le serie di temperature degli anni precedenti, e che mostrano un’accelerazione del riscaldamento nell’ultimo decennio”, sottolinea.
“Il fatto che più di 61.600 persone in Europa siano morte a causa dello stress da caldo nell’estate del 2022, anche se, a differenza del 2003, molti Paesi disponevano già di piani di prevenzione attivi, suggerisce che le strategie di adattamento attualmente disponibili potrebbero essere ancora insufficienti”, afferma Hicham Achebak, ricercatore dell’Inserm e dell’ISGlobal e ultimo autore dello studio. “L’accelerazione del riscaldamento osservata negli ultimi dieci anni sottolinea l’urgente necessità di rivalutare e rafforzare in modo sostanziale i piani di prevenzione, prestando particolare attenzione alle differenze tra i Paesi e le regioni europee, nonché ai divari di età e di genere, che attualmente segnano le differenze di vulnerabilità al calore”, aggiunge.
L’Europa è il continente che sta sperimentando il maggior riscaldamento, fino a 1° C in più rispetto alla media globale. Le stime del team di ricerca suggeriscono che, in assenza di una risposta adattativa efficace, il continente dovrà affrontare una media di oltre 68.000 morti premature ogni estate entro il 2030 e oltre 94.000 entro il 2040.