I bambini si contagiano di covid-19 meno a scuola che a casa. Questo, in sintesi, il risultato di uno studio dell’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma che contribuisce alla ricerca e alle conoscenze sull’infezione da Sars-Cov-2 nei bambini. La ricerca, pubblicata sull’’Italian Journal of Pediatrics’, è stata condotta da Mauro Calvani, primario della Uoc Pediatria, e dai suoi collaboratori per capire quali sono le occasioni più frequenti nelle quali i bambini si ammalano di Covid-19 e il loro ruolo nella trasmissione dell’infezione in famiglia. Ebbene “utilizzando la cospicua casistica del ‘walk-in’ pediatrico aperto lo scorso anno, durante la seconda ondata della epidemia (circa 3.000 bambini)”, sottolinea il San Camillo, gli autori hanno evidenziato “come in seguito a una sospetta esposizione a un soggetto malato, l’infezione viene contratta dai bambini meno frequentemente a scuola che a casa”.
“Tuttavia una volta contagiati, i bambini sono in grado di diffondere l’infezione nei familiari: indipendentemente dalla loro età, sia i bambini della materna che quelli delle elementari o i ragazzi delle superiori riescono a contagiare circa il 30% dei loro familiari. Questo anche perché, seppure a conoscenza della contagiosità del bambino, in famiglia non sempre si prendono i provvedimenti atti a ridurre la diffusione della infezione”, sottolinea la ricerca.
“Questa informazione è importante – avvertono gli esperti in una nota – perché la recente apertura delle scuole e la mancata copertura vaccinale dei bambini di età inferiore ai 12 anni potrebbe contribuire a un nuovo aumento del Covid-19 nei bambini e loro potrebbero estendere il contagio ai loro familiari, in particolare se non vaccinati”.