(Adnkronos) – “Attualmente, non ci sono evidenze di una maggiore gravità della malattia causata” dalle sottovarianti Omicron “BA.4 e BA.5”, rispetto a Omicron 1 e 2, “ma l’aumento della trasmissione del virus nei gruppi di età più avanzata sta iniziando a provocare casi gravi”. E già “12 Paesi hanno segnalato una tendenza all’aumento dei ricoveri in ospedale o dei pazienti in terapia intensiva. Sebbene i tassi di mortalità nell’Unione europea/Spazio economico europeo siano rimasti stabili nelle ultime 5 settimane, i modelli epidemiologici condotti dall’Ecdc”, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, “indicano che sia i tassi di notifica dei casi Covid sia i tassi di mortalità aumenteranno”. E’ lo scenario prospettato dall’Ecdc che, dopo la dichiarazione congiunta con l’Agenzia europea del farmaco Ema, pubblica le sue ‘Considerazioni preliminari di salute pubblica per le strategie di vaccinazione anti-Covid nella seconda metà del 2022’.
Dal 26 giugno, sottolinea l’ente Ue, “i tassi di notifica dei casi di Covid nell’Unione e nello Spazio economico europeo rimangono elevati e sono in aumento da 5 settimane. I contagi tra le persone di età pari o superiore a 65 anni sono cresciuti in 23 Paesi. Sebbene questi aumenti siano ancora relativamente recenti, segnalano l’inizio di un’ondata diffusa guidata dalle varianti Omicron BA.4 e BA.5”.
“I modelli matematici suggeriscono chiari vantaggi derivanti dal lancio precoce del secondo booster per proteggere le persone di età superiore ai 60 anni. Pertanto, l’introduzione anticipata” di questa quarta dose di vaccino anti-Covid “dovrebbe essere presa in considerazione non solo per la popolazione di età pari o superiore a 80 anni, ma anche per gli adulti di età compresa tra 60 e 79 anni e per le persone con patologie pregresse indipendentemente dall’età, con l’obiettivo di prevenire casi gravi e salvaguardare la capacità dei sistemi sanitari. Questo sarebbe particolarmente rilevante e di impatto nei Paesi in cui l’ondata di Omicron BA.4/5 sta iniziando o non ha ancora raggiunto il picco”, è l’indicazione ribadita dall’Ecdc.
“In questa fase della pandemia, l’obiettivo delle campagne di vaccinazione anti-Covid dovrebbe essere quello di ridurre i ricoveri, le malattie gravi e i decessi e di proteggere i sistemi sanitari. Le persone di età superiore ai 60 anni e con patologie di base rimangono a maggior rischio di malattia grave”. Da qui la necessità di proteggerli col secondo richiamo vaccinale. L’Ecdc ricorda inoltre che, “nell’ambito delle campagne di vaccinazione, si dovrebbero anche incoraggiare le persone che potrebbero farlo a completare i cicli primari e a fare la prima dose di richiamo, se non l’hanno già fatto”.
“Sono consapevole che, per affrontare le sfide” poste da Covid-19, “sarà necessario uno sforzo significativo da parte delle autorità sanitarie pubbliche e della società in generale. Ma ora, all’inizio di una nuova ondata, è il momento di impegnarsi per mettere a posto ogni pezzo. E’ urgente stabilire sistemi di sorveglianza solidi e integrati, che siano sostenibili e resilienti in caso di arrivo di una nuova pandemia”. E, ancora, “la disponibilità di numerosi vaccini sicuri ed efficaci significa che ogni singola infezione Covid prevenuta ora è una potenziale vita salvata”. Sono le parole di Andrea Ammon, direttrice dell’Ecdc.
In questa fase della pandemia, fa notare l’ente Ue in una nota, “molti Paesi stanno riconsiderando il loro approccio alla sorveglianza di Covid”. Con il documento che riporta le considerazioni operative riguardo appunto alla sorveglianza dei virus respiratori in Europa, l’Ecdc mira a “fornire ai Paesi una guida concreta per la transizione verso una sorveglianza integrata e sostenibile dei virus respiratori”. La pandemia di Covid ha avuto “un impatto duraturo sui sistemi esistenti progettati per l’influenza. Questi sistemi e quelli stabiliti poi per Sars-CoV-2 non sono ancora del tutto idonei per la sorveglianza integrata dei virus respiratori”, evidenzia l’Ecdc, sottolineando anche che “i Paesi dovrebbero pianificare un potenziale ampliamento dei test, se necessario, in risposta all’emergere di una nuova variante preoccupante di Sars-CoV-2 o di una variante influenzale”. Le considerazioni pubblicate oggi, si legge nella nota, saranno periodicamente riesaminate.