Covid, Menichetti: “Stretta o Natale non sarà tranquillo”

“Abbiamo la quarta ondata” di Covid “in Europa, i numeri anche in Italia sono in ripresa e la situazione del Nordest comincia a essere preoccupante. E’ inevitabile che si vada verso un’ulteriore stretta, altrimenti verrebbe clamorosamente smentito, e mi dispiacerebbe, il presidente” del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts, Franco “Locatelli, che prevede un Natale più tranquillo”. Lo dice all’Adnkronos Salute il virologo Francesco Menichetti, già primario di Malattie infettive dell’ospedale di Pisa. “Noi lo vogliamo fare un Natale tranquillo – dice il medico – ma se vogliamo farlo è meglio attrezzarsi rapidamente. Non stiamo gridando al lupo al lupo – assicura – stiamo dicendo: siamo cauti ora perché abbiamo riaperto tutte le attività”. 

Cenone come dice Pregliasco solo tra tutti vaccinati, over 60 con terza dose, attenzioni e distanziamento tra nuclei familiari? “Sono assolutamente d’accordo – risponde Menichetti – Io quando mi trovo in un consesso chiedo conto ai convitati del loro stato vaccinale, ho la mascherina e la tolgo solo se sono tranquillo, sennò sono disponibile anche ad andarmene. Non vale la pena rischiare”. 

“Penso che i tempi per la vaccinazione” anti-Covid “nella fascia 5-11 anni siano assolutamente maturi. Laddove le agenzie regolatorie diano il placet io penso che sia tempo di procedere”, ha poi aggiunto. “Io ho sempre avuto un atteggiamento molto cauto sul vaccino ai bambini ma bisogna anche dire che la circolazione virale, che adesso è in ripresa perché – ricorda il medico – l’Rt è superiore a 1.2, è molto diffusa in questa fascia di età. E i bambini hanno un rischio di malattia e di complicanze relativo ma – sottolinea – non nullo perché c’è la sindrome infiammatoria multisistemica, ci sono le miocarditi, le pericarditi. Insomma è raro vederli ricoverare e morire fortunatamente, ma anche loro rischiano. E non dimentichiamo che sono fonte di diffusione del contagio”. 

Quanto al Green pass, “è una buona cosa, ma va rilasciato solo ai guariti e ai vaccinati, mentre per il tampone bisogna andare a un rapido esaurimento perché non ha un ruolo di protezione immunologica: è come dire ‘io per non rimanere incinta non prendo l’anticoncezionale, ma faccio il test di gravidanza ogni 48 ore'”. “Degli effetti positivi del tampone per l’individuazione degli infetti ne abbiamo beneficiato abbastanza – osserva il medico – Siamo arrivati a farne 700mila a settimana, ma questo non penso possa essere sine die, bisogna arrivare a un punto di svolta. Visto che la politica non si assume la responsabilità di rendere obbligatorio il vaccino, l’unico altro modo per andare a scalfire la sacca dei resistenti – avverte Menichetti – è quello di concedere, in maniera progressiva entro un paio di mesi, il Green pass solo a guariti e vaccinati”. 

(Adnkronos)