Rischio nuova ondata di coronavirus in Europa, dove dopo dieci settimane di casi in calo tornano ad aumentare i contagi. L’allarme arriva dal direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per l’Europa, Hans Kluge, che ha parlato di una “nuova ondata nella regione europea a meno che non rimaniamo disciplinati”. Sotto accusa è la variante Delta, ma anche un aumento dei contatti, dei viaggi e l’allentamento delle restrizioni.
Analizzando i vari Paesi, l’Oms cita il caso del Portogallo, che ha registrato ieri il numero più alto di contagi in un giorno da febbraio, e la Spagna che ha registrato un forte aumento dei contagi tra i ventenni e tra gli adolescenti. In Russia è record di decessi per complicanze riconducibili al Covid-19: oggi ha riportato 672 morti nelle ultime 24 ore, con infezioni in aumento. Bassi restano invece i casi in Germania, dove nelle ultime 24 ore sono stati segnalati 892 casi. Va peggio nel Regno Unito, dove ieri sono stati confermati 26.068 nuovi casi, la cifra più alta dal 29 gennaio.
Da Catherine Smallwood, senior emergency officer presso l’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della Sanità, è arrivato un appello: le città che ospitano le partite di calcio per gli Europei dovrebbero guardare oltre gli stadi e prestare attenzione ai movimenti dei tifosi. Questo per evitare che si creino eventi super diffusori mentre torna a crescere il contagio da Covid-19 in Europa. Smallwood ha detto che ”dobbiamo guardare oltre gli stadi” per ridurre i contagi.
Ovvero, va prestata attenzione a quello che accade ”intorno agli stadi. Come ci arrivano le persone? Viaggiano in grandi convogli di autobus affollati? Stanno prendendo misure individuali di protezione quando lo fanno?”, si è chiesta Smallwood. Che invita anche a guardare a quello che succede dopo le partite, ai raduni nei locali ad esempio. ”Se questo accadrà, ci saranno nuovi casi”, ha proseguito, perché ”quello che sappiamo è che mentre aumenta la trasmissione” del virus ”grandi raduni di massa possono fungere da amplificatori in termini di trasmissione”.
Alla domanda se gli Europei potessero essere un evento “super diffusore”, il direttore regionale dell’Oms per l’Europa Hans Kluge ha risposto: “Spero di no, ma questo non può essere escluso”.