(Adnkronos) – Sono una “novità terapeutica” per le malattie autoimmuni. I Jak inibitori sono “farmaci che bloccano il segnale infiammatorio in tutta una serie di patologie cutanee immunomediate, quindi vanno ad agire sull’importante via che media l’infiammazione in tutta una serie di malattie legate al sistema immunitario. Si assumono per via orale, cosa molto importante, e si definiscono anche small molecules (piccole molecole) perché hanno una modalità di reazione completamente diversa dai farmaci biologici, che sono stati la grande rivoluzione già un po’ di anni fa”. Lo ha detto Angelo Valerio Marzano, direttore Sc Dermatologia, Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, illustrando all’Adnkronos Salute l’impiego di questi nuovi farmaci nella dermatite atopica, nell’alopecia areata e nella vitiligine, condizioni spesso considerate di tipo “estetico”, ma che in realtà hanno un “forte impatto sulla qualità della vita del paziente”.
La prima di queste patologie cutanee in cui questi farmaci sono stati utilizzati è “la dermatite atopica, una malattia molto comune della pelle – spiega Marzano – che si associa a diverse comorbidità, cioè ad altre malattie, come l’asma, ad esempio, e che nelle sue manifestazioni più gravi ha un impatto drammatico sulla qualità della vita dei pazienti perché ha come sintomo cardinale il prurito. Questo impatta notevolmente sulla qualità della vita, sul ritmo sonno-veglia dei pazienti, sulle attività della vita quotidiana, lavorativa, la vita di relazione, la vita anche sessuale dei pazienti, che sono giovani, quindi anche ovviamente” possono avere problemi “sullo studio e la capacità di concentrazione”. Oltre al prurito, ci sono poi una serie di “segni della malattia – aggiunge l’esperto – visibili sulla pelle, che è l’eczema: chiazze rosse con una componente anche di gemizio (trasudamento, ndr) di siero, quindi lesioni molto visibili, anche sul volto, che può essere colpito in questa malattia”.
Uno di questi Jak inibitori, continua Marzano, è approvato “per il trattamento dell’alopecia areata, un’altra malattia immunomediata, che porta alla formazione di chiazze di perdita di capelli che possono coinvolgere anche l’intero cuoio capelluto. Questa è una malattia un tempo considerata estetica, ma in realtà estetica non lo è perché l’impatto, soprattutto nei giovani e nelle giovani donne, è estremamente grave sulla qualità della vita e causa un forte stress psicologico. Come dermatologi, stiamo lavorando anche per far capire ai nostri politici che questa non è affatto una malattia estetica e che quindi i farmaci, che possono essere di un certo costo, come i Jak inibitori, devono essere rimborsati dal sistema sanitario nazionale”.
Un’altra malattia “sempre considerata un tempo estetica, ma sempre a forte impatto sulla qualità della vita – illustra lo specialista – è rappresentata dalla vitiligine: quelle macchie bianche che si creano sulla pelle, ovviamente di estensione variabile. Ci possono essere poche macchie, ma se colpiscono il viso sono fortemente impattanti”, come del resto se interessano “quadri anche molto estensi. Al momento non abbiamo farmaci approvati e rimborsati, ma c’è una di queste molecole che è una crema, un Jak inibitore per uso topico”.