Donne e invecchiamento, i cibi giusti dopo i 40 anni per restare in forma

(Adnkronos) – L’avanzare dell’età, ormai è noto, si combatte anche a tavola. A confermarlo un nuovo studio che dimostra come le donne che consumano più proteine dai 40 anni in poi sviluppano meno malattie croniche e hanno più probabilità di invecchiare in salute. I ricercatori della Tufts University, negli Usa, hanno analizzato i risultati di un’ampia indagine condotta ad Harvard sulla salute e le abitudini alimentari di oltre 48mila infermiere fra i 38 e i 59 anni, osservate dal 1984, quando erano in buona salute, fino al 2016. Ebbene, è risultato che le donne che consumavano più proteine vegetali a 40 anni avevano il 46% in più di probabilità di essere sane in età avanzata. Ma con un importante ‘distinguo’: non tutte le proteine hanno un effetto benefico.  

Gli esperti, guidati da Andres Ardisson Korat, hanno studiato dunque la dieta delle infermiere che erano ‘invecchiate meglio’, intendendo per ‘invecchiamento sano’ una buona salute mentale, nessun problema cognitivo, a partire da una memoria efficiente, o fisico, e neanche una delle 11 malattie croniche più comuni: diabete di tipo 2, morbo di Parkinson, insufficienza renale, infarto, ictus, insufficienza cardiaca e altre patologie comuni del cuore e circolatorie. I ricercatori hanno osservato un minor numero di malattie croniche, patologie cardiache, tumori, diabete e declino cognitivo nelle infermiere che mangiavano più proteine vegetali, quelle di frutta, verdura, pane, fagioli, legumi e pasta. Al contrario, le donne che consumavano più proteine animali, come pollo, latte, frutti di mare e formaggio, avevano il 6% in meno di probabilità di rimanere in salute con l’avanzare dell’età. Queste donne “tendevano a soffrire di più di malattie croniche e non riuscivano a migliorare la loro funzionalità fisica”, spiega Ardisson Korat. 

I risultati, analizzano gli esperti, sono facilmente spiegabili quando si tratta di malattie cardiache: una dieta ricca di proteine vegetali è associata a livelli più bassi di colesterolo Ldl (quello ‘cattivo’), pressione sanguigna e sensibilità all’insulina, mentre un maggiore consumo di proteine animali è legato a un aumento di questi livelli, nonché del fattore di crescita insulino-simile (Igf), associato a un aumento del rischio di tumori. I benefici delle proteine vegetali possono essere correlati al fatto che, rispetto agli alimenti di origine animale, le piante contengono una percentuale maggiore di fibre alimentari, micronutrienti e composti benefici quali i polifenoli. L’autore dello studio, commentando i risultati della ricerca, puntualizza però che “per confermarli sarà utile continuare a studiare gruppi di persone più eterogenei. Inoltre – ricorda – mentre le proteine vegetali sono importanti, le donne non dovrebbero trascurare di consumare pesce e proteine animali per il loro contenuto di ferro e vitamina B12”. 

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