(Adnkronos) – La migliore prevenzione al mare? “Saper nuotare”. E’ uno dei punti evidenziati da pediatri italiani e stranieri in un decalogo dedicato alla sicurezza dei bambini durante le vacanze in località marine. Una regola d’oro trasversale a più voci della lista, nella quale si trovano anche suggerimenti per evitare problemi legati a una non corretta esposizione al sole e viene evidenziato il ruolo degli adulti ‘sentinelle’ dei piccoli. Gli autori della guida per genitori sono gli stessi camici bianchi che hanno certificato con le Bandiere verdi le spiagge a misura di famiglie: quest’anno sono 154, di cui 146 lungo le coste italiane e 8 fuori dai confini nazionali. Il lavoro sul vademecum è stato portato avanti nell’ambito dei convegni delle Bandiere verdi e il documento è disponibile anche in inglese e spagnolo.
“Sin dall’inizio dell’istituzione delle Bandiere verdi l’obiettivo è stato quello di favorire sempre di più la possibilità per i bambini di vivere il mare, sia con la disponibilità di servizi adatti ai piccoli e alle famiglie, sia con il supporto di consigli, indicazioni e raccomandazioni perché la vacanza al mare si svolga in sicurezza”, spiega all’Adnkronos Salute Italo Farnetani, professore universitario di Pediatria e ideatore delle Bandiere verdi. Perché si parla di sicurezza? “Perché l’acqua è divertente e favorisce la crescita dei bambini, ma allo stesso tempo nasconde alcuni pericoli”, avverte.
“Attraverso un sondaggio svolto a livello internazionale tra i pediatri che collaborano con l’assegnazione delle Bandiere verdi si è dunque deciso di realizzare un decalogo per la sicurezza del bambino al mare. Si tratta di 10 punti che affrontano altrettanti aspetti della vita in acqua e in spiaggia”, compreso il viaggio per raggiungerle, “e sono la miglior prevenzione degli incidenti, anche gravi come l’annegamento”, sottolinea l’esperto. “L’applicazione dei vari punti del decalogo può essere una valida forma di prevenzione anche degli annegamenti in piscina che coinvolgono bambini piccoli”, come emerso da diversi episodi finiti nelle ultime settimane alla ribalta delle cronache.
Ecco dunque il ‘Decalogo per la sicurezza del bambino al mare e in piscina’:
1) NUOTO. Il principale pericolo in spiagge e piscine è l’annegamento. La migliore prevenzione è sapere nuotare. Per questo motivo, i bambini devono imparare a farlo, già dall’età di 3 anni, ma sotto la guida di insegnanti specializzati, preferibilmente nel mare, perché devono imparare a non avere paura di schizzi, acqua profonda, e a saper nuotare sott’acqua con gli occhi aperti. I bambini che ancora non sanno nuotare devono entrare in acqua sempre con i braccioli.
2) MAI DA SOLI. Tutti i bambini di meno di 12 anni, compresi quelli che sanno già nuotare, devono essere sempre accompagnati in acqua da un adulto che sappia nuotare bene possibilmente restando sempre vicino a loro.
3) SALVATAGGIO. Fondamentale la presenza del servizio di salvataggio, che non deve essere mai interrotto, provvisto di torrette, garantito da bagnini professionisti, con uniformi per facilitare l’identificazione.
4) OCCHIO AI PERICOLI. Fare il bagno seguendo le ordinanze di balneabilità dei sindaci. Evitare le zone ove si praticano sport acquatici, pesca, gare. Rispettare i percorsi, indicati da corde e boe, che delimitano le vie d’ingresso in acqua di natanti o surf. Guardare le bandiere del salvataggio: se è issata la gialla o la rossa non fare il bagno. Indossare sempre le ciabatte quando si usano docce, servizi igienici o si cammina in zone pavimentate.
5) IN ACQUA. Entrare lentamente in acqua, per adattare il corpo alla temperatura del mare, specialmente dopo aver mangiato o quando l’acqua è fredda. Evitare di tuffarsi in mare o in piscina, senza conoscere la profondità dell’acqua per evitare traumi e lesioni.
6) PELLE. Proteggere la pelle dal sole con creme e lozioni protettive (da preferire agli spray) contenenti filtri chimici e fisici, da applicare ogni 2 ore, mai a intervalli inferiori per evitare irritazioni della pelle, nemmeno se il bambino sta a lungo in acqua o suda in abbondanza. Il cappellino è una protezione in più e in caso di eritema solare (scottatura) indossare anche una maglietta in cotone bianco.
7) SOLE E CALDO SENZA PROBLEMI. Attenzione all’esposizione tra le 12 e 17, specialmente quando il bambino ha meno di 4 anni. Chi resta in spiaggia in questa fascia oraria deve far bere frequentemente il bambino, meglio se ogni 20 minuti, e farlo stare all’ombra, almeno a intervalli ravvicinati.
8) IN AUTO. Quando si viaggia in auto con un bambino, mai fermarsi al sole, nemmeno per soste brevi, ma cercare un parcheggio all’ombra.
9) PULIZIA. E’ ovunque una garanzia di sicurezza. L’acqua limpida è anche una forma di prevenzione degli incidenti perché permette di identificare gli ostacoli sommersi. La pulizia in spiaggia è dimostrata anche dalla presenza di cestini e bidoni per l’immondizia che non devono essere mai pieni, ma svuotati rapidamente, e dall’assenza nella sabbia di conchiglie rotte, vetri, residui di lattine, rifiuti abbandonati, catrame, alghe non raccolte nella battigia o nella sabbia. Non deve esserci degrado ambientale di nessun genere.
10) FORMAZIONE. Utile far partecipare, durante il mese di aprile e maggio, gli alunni delle scuole elementari e medie (primaria e secondaria) a corsi gratuiti di educazione alla salute sui i rischi potenziali del mare e sui corretti comportamenti nell’ambiente marino.