(Adnkronos) – Occhio alla pressione in alta montagna. “Studi recenti dell’Istituto Auxologico italiano e dell’università di Milano-Bicocca hanno chiaramente dimostrato come la pressione arteriosa salga in modo significativo durante l’esposizione ad alte quote (sopra i 2.500 metri), iniziando a modificarsi anche ad altitudini attorno ai 1.800-2.000 metri”. Un aumento che sperimentano sia le persone sane sia chi già soffre di ipertensione arteriosa, avverte l’Auxologico in vista della Giornata dell’ipertensione arteriosa nei rifugi di montagna.
Per sensibilizzare gli amanti della montagna sugli effetti collaterali dell’ascesa in quota, e sull’importanza di mantenere la pressione controllata a tutela della salute cardiovascolare, torna la campagna di sensibilizzazione promossa da Club alpino italiano (Cai), Società italiana dell’ipertensione arteriosa (Siia) e Società italiana di medicina di montagna (Simem), con il sostegno organizzativo dell’Istituto Auxologico italiano di Milano e di UniMiB. L’iniziativa coinvolgerà 50 rifugi alpini e appenninici del Cai in 14 regioni tra il 6 luglio e il 10 agosto. Nella maggior parte dei rifugi l’appuntamento è per domenica 14 luglio (l’elenco completo con le relative date è disponibile online su www.cai.it/organo_tecnico/commissione-centrale-medica). I frequentatori potranno sottoporsi a diversi test e rispondere in forma anonima a un questionario utile a fini di ricerca.
Secondo il ministero delle Salute, si stima che a soffrire di ipertensione arteriosa sia circa il 18% degli italiani, con una prevalenza che cresce progressivamente all’aumentare dell’età fino a superare il 50% dopo i 74 anni. Va poi aggiunta un’ampia quota di sommerso, perché ancora troppi ipertesi non sanno di esserlo. Non a caso l’ipertensione viene chiamata “‘il killer silenzioso’ per la sua asintomaticità”, ricordano gli esperti dell’Auxologico. E’ “ancora oggi il principale fattore di rischio per malattie cardiovascolari e morte in tutto il mondo”, quindi “per prevenire eventi cardiaci e cerebrali spesso fatali o invalidanti occorre prestare maggiore attenzione al comportamento della pressione arteriosa in diverse condizioni della nostra vita quotidiana”. Anche in vacanza, specie sui monti.
La campagna di sensibilizzazione e prevenzione ‘La pressione arteriosa in montagna’, spiegano dall’Auxologico, si propone dunque di “promuovere nelle numerose persone con o senza problemi cardiovascolari che, soprattutto in estate, salgono in montagna la consapevolezza sulle reazioni dell’apparato cardiovascolare a quote moderate e alte”. Ma l’obiettivo è anche “effettuare una semplice, ma importante raccolta di dati per la ricerca scientifica sul comportamento della pressione arteriosa in montagna e sul profilo individuale di rischio cardiovascolare tra gli escursionisti”. A questo scopo, nei rifugi aderenti all’iniziativa “sono state individuate postazioni dove gli escursionisti potranno ricevere informazioni sul rapporto tra pressione arteriosa e montagna, misurare pressione arteriosa, frequenza cardiaca e saturazione di ossigeno nel sangue, e compilare un breve questionario. Non solo contribuendo alla ricerca scientifica (in modo anonimo), ma anche verificando in modo semplice e rapido la propria situazione cardiovascolare e la propria reazione alla esposizione a quote moderate o alte”.
“Questa iniziativa è nata grazie allo sforzo congiunto della Siia, della Simem e della Commissione centrale medica del Cai ed è stata sperimentata con successo in alcuni rifugi alpini e appenninici già a partire dal 2016. L’iniziativa rispecchia pienamente la principale missione delle organizzazioni promotrici: aumentare la consapevolezza di tutti sui rischi legati all’ipertensione e promuovere la sicurezza in montagna”, dichiarano Gianfranco Parati, già presidente della Siia; Maria Lorenza Muiesan, presidente Siia; Carla D’Angelo, presidente della Commissione centrale medica del Cai, e Giacomo Strapazzon, presidente della Simem. Parati, direttore scientifico di Auxologico e presidente eletto della Lega mondiale contro l’ipertensione, anche quest’anno intende “diffondere in tutto il mondo questa iniziativa italiana, come esempio di attività semplice, ma efficace per aumentare la nostra sensibilità verso la prevenzione delle malattie cardiovascolari”.
“I frequentatori della montagna durante l’estate sono in costante crescita da diversi anni – osserva la vicepresidente generale del Cai, Laura Colombo – Questa giornata assume dunque un’importanza crescente, edizione dopo edizione, per diffondere la consapevolezza sulle reazioni dell’apparato cardiovascolare alle quote moderate e alte, e per promuovere di conseguenza la frequentazione dei territori montani in ragionevole sicurezza”. D’Angelo evidenzia che “le informazioni raccolte in questa occasione costituiscono un’esclusiva in questo settore, visto l’elevato numero degli aderenti registrato negli anni scorsi. Con questa giornata, il Cai intende mandare a tutti i frequentatori della montagna un importante messaggio sull’importanza della tutela della propria salute e della prevenzione”.