Figus (UniPi): “Ci sono almeno 30 sottotipi di glaucoma, una diagnosi precoce evita la cecità”

(Adnkronos) – “Quando si parla di glaucoma si intende quello classico e cronico che colpisce con l’avanzare dell’età. Ma ci sono almeno altri 30 sottotipi di glaucoma, alcuni di questi possono progredire molto rapidamente. Fondamentale la diagnosi precoce con visite periodiche alle quali il paziente deve sottoporsi, per consentire allo specialista di individuare e trattare con tempestività la tipologia di glaucoma che, altrimenti, porta alla cecità”. Lo afferma all’Adnkronos Salute Michele Figus, direttore Oculistica Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa, direttore della Scuola di Specializzazione di Oftalmologia Università di Pisa all’apertura del XIX Congresso nazionale della Sigla – Società italiana glaucoma, in programma a Torino da oggi e fino al 17 giugno.  

“Se noi abbiamo la capacità di intervenire con una diagnosi nelle fasi iniziali del glaucoma – sottolinea Figus – possiamo gestire tutto il percorso della malattia e nella stragrande maggioranza dei casi evitare la cecità del paziente. Nel caso, invece, la diagnosi sia tardiva possiamo rallentare la patologia ma il paziente avrà una maggiore probabilità di andare incontro a disabilità visiva”. Il ‘killer silenzioso’ – la malattia è asintomatica e non percepita dal paziente se non negli stadi più evoluti e irreversibili – colpisce uomini e donne in eguale misura “sebbene con una leggera predominanza nel sesso maschile” evidenzia l’esperto che raccomanda: “le persone dopo i 40 anni di età devono eseguire controlli periodici, ovvero una visita oculistica una volta l’anno”.  

Guai però a pensare di non essere a rischio solo perché la vista è quella di sempre. “L’acutezza visiva – avverte Figus – è l’ultima parte di frazione interessata dalla malattia che, infatti, provoca un danno periferico. La perdita della vista, infatti, si manifesta solo quando il glaucoma è in fase estremamente avanzata”. Le categorie a rischio glaucoma sono “miopi, grandi ipermetropi, persone di colore e i parenti di pazienti affetti dalla patologia. Questi ultimi, in particolare, dovrebbero essere sottoposti a controlli oculistici annuali” a partire dall’età di 40 anni “perché hanno più probabilità di sviluppare malattia – conclude – Ma, ribadisco, la diagnosi precoce è importantissima” perché in grado di scongiurare la perdita della vista.  

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