(Adnkronos) – “Prima del Covid l’anestesista era considerato una figura intermedia tra il chirurgo e il medico, oggi le persone per merito della pandemia hanno compreso quanto invece sia strategica per il sistema sanitario nazionale. La Medicina d’emergenza è una disciplina considerata usurante che si sceglie solo per passione”. Lo ha detto all’Adnkronos Salute Antonino Giarratano, presidente della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, in occasione del 77esimo Congresso nazionale Siaarti in corso a Roma.
Per Giarratano resta il nodo “carenze di anestesisti rianimatori”, che “non sono uniformi sul territorio nazionale – tiene a precisare – In tante regioni il problema è sugli ospedali di base, ma senza una riforma del sistema territoriale ospedaliero non basteranno mai gli anestesisti rianimatori. Bisogna avere una visione globale”. Fondamentale poi “riavvicinare i giovani alla professione, attraverso le Scuole di specializzazione. Negli ultimi anni – ricorda il presidente Siaarti – abbiamo registrato più che una fuga, una diversa sensibilità da parte dei nuovi medici che si approcciano al sistema sanitario regionale nei confronti di alcune discipline meno ‘usuranti’, più remunerative e che si possono svolgere in regime privato”. Invece, “chi sceglie di salvare vite umane, di lavorare in Terapia intensiva, lo fa per passione – evidenzia Giarratano – L’Emergenza è una disciplina particolarmente pesante che ha il ‘difetto’ di non prevedere un’attività privata, libero-professionale”. E questo ha un peso sulle scelte dei giovani medici.
Per rendere l’Anestesia-rianimazione più attrattiva, “come Siaarti da tempo abbiamo presentato proposte – sottolinea Giarratano – Siamo stati presenti ai tavoli del ministero della Salute e delle Commissioni parlamentari che si occupano delle problematiche dell’Area critica e dei Pronto soccorso. Tra i nostri suggerimenti, sicuramente quello di migliorare, sotto il profilo sindacale e contrattuale, la durata di un periodo di congedo aggiuntivo e indennità economiche che compensino il fatto la professione dell’anestesista-rianimatore non si può svolgere nel privato”.
Il presidente Siaarti traccia infine un bilancio del congresso: “E’ stato un successo di partecipazione, non solo per gli oltre 4mila iscritti venuti a Roma per ascoltare tutte le sessioni scientifiche, confrontarsi con dibattiti e discussioni. Ma è stato soprattutto un appuntamento fondamentale per la formazione anche ‘simulata’ con l’utilizzo di manichini”.
La Siaarti, conclude Giarratano, conta “circa 11mila soci iscritti, dei quali oltre il 50% ha meno di 40 anni. Il 60% sono donne che negli ultimi anni sono cresciute maniera esponenziale in termini percentuali all’interno della nostra disciplina. E questo la dice lunga su quella che è la passione che muove praticamente i medici che si dedicano alla medicina perioperatoria, alla medicina critica, alla terapia intensiva, alla terapia del dolore e all’emergenza ospedaliera”.