I pazienti: “Con nuova terapia beta-talassemia più tempo per noi”

(Adnkronos) – “Ogni terapia innovativa è importante per il singolo paziente e per il suo benessere. Ad oggi infatti ci sono meno donatori e meno sacche di sangue disponibili. Per questo motivo in alcune regioni del Sud i pazienti devono sottoporsi a trasfusioni anche 3 volte in 25 giorni, una cosa inaccettabile soprattutto dal punto di vista psicologico. Una terapia come il luspatercept permette di risparmiare tempo perché il paziente non deve più recarsi al centro trasfusionale ogni 15-21 giorni, quando va bene, ma ogni 40-45 giorni. Ciò significa migliorare la qualità della vita del paziente che si riappropria del proprio tempo da dedicare a sé stesso, alla famiglia, agli amici e al lavoro”. Così Raffaele Vindigni, presidente United Onlus (Federazione nazionale Associazioni talassemia, drepanocitosi e anemie rare) durante la conferenza stampa di presentazione della nuova cura per la beta-talassemia, evento promosso questa mattina a Roma da Celgene ora parte di Bristol Myers Squibb.  

“Avere più tempo significa avere più stabilità – sottolinea ancora Vindigni – perché realmente possiamo recarci meno presso il centro di cura e dedicarci ad altro. Ma della terapia e quando poterla iniziare deve parlare lo specialista con il paziente. Un altro vantaggio del luspatercept è il risparmio delle sacche di sangue a beneficio di altri pazienti”. 

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