In aumento tumori colon-retto tra giovani adulti, fra cause obesità e alcol

(Adnkronos) – Casi di cancro in crescita fra i giovani adulti. Un aumento di mortalità per tumore al colon-retto tra i 25 e i 49 anni emerge dai risultati di uno studio coordinato dall’Università degli Studi di Milano assieme all’Università di Bologna e sostenuto da Fondazione Airc, pubblicato oggi sulla rivista ‘Annals of Oncology’. Nella ricerca si prevedono i tassi di mortalità per tumore nell’Unione Europea (Ue) e nel Regno Unito per il 2024. La crescita fra i giovani conferma una tendenza già rilevata nel Regno Unito, che potrebbe dipendere da fattori di rischio quali sovrappeso e l’obesità, evidenziano i ricercatori precisando che “la mortalità prevista per questo tipo di tumore risulta complessivamente in calo in tutta Europa”.  

L’equipe, guidata da Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica ed Epidemiologia alla Statale di Milano, stima che “il maggiore aumento dei tassi di mortalità per tumore al colon-retto tra i giovani si registrerà nel Regno Unito, dove nel 2024 ci sarà un aumento del 26% rispetto al 2018 negli uomini e di quasi 39% nelle donne. Si stimano aumenti anche in alcuni paesi della Ue, compresa l’Italia”. “I fattori chiave che contribuiscono alla crescita dei tassi di mortalità per tumore al colon-retto tra i giovani – spiega La Vecchia – includono il sovrappeso, l’obesità e le condizioni di salute correlate, come alti livelli di glucosio nel sangue o il diabete”.  

L’aumento del consumo di superalcolici nell’Europa centrale e settentrionale e nel Regno Unito e la riduzione dell’attività fisica costituiscono ulteriori fattori di rischio, avvertono i ricercatori. Il consumo di alcol è stato associato al cancro del colon-retto a insorgenza precoce e, infatti, nei Paesi in cui è stata riportata una riduzione del consumo di alcol (ad esempio Francia e Italia), non si è registrato un aumento marcato dei tassi di mortalità per questo tumore.  

Rispetto ai più anziani, la malattia diagnosticata nei giovani adulti tende a essere più aggressiva e con tassi di sopravvivenza più bassi.  

“Si dovrebbe considerare l’adozione di politiche che promuovano l’aumento dell’attività fisica, la riduzione del numero di individui in sovrappeso o obesi e la limitazione del consumo di alcol – suggerisce La Vecchia – Inoltre, in termini di prevenzione, si dovrebbe valutare anche l’estensione dello screening per il tumore al colon-retto avviando la campagna a partire dai 45 anni. I programmi di screening variano in Europa, ma il crescente aumento dell’incidenza tra i giovani adulti negli Stati Uniti ha spinto la US Preventive Service Task Force a raccomandare la riduzione dell’età di inizio dello screening a 45 anni”, chiosa. 

(Adnkronos)